A Genova, nella Sala Cuspide di Palazzo Verde, fino al 14 giugno sarà possibile visitare Azione Plastica, esposizione di tre opere selezionate nell’ambito del concorso REUSE_Azioni per il riciclo creativo della plastica. L’iniziativa, voluta dal Comune di Genova, dall’Università degli Studi di Genova e da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, in collaborazione e con il patrocinio del GAI – con bando aperto ad artisti under 35 – ha voluto avviare un “percorso di sensibilizzazione” e “prevenzione” sui problemi connessi ai rifiuti plastici e con un messaggio, che l’arte, cioè, può diventare una grande alleata nel “dimostrare” che recupero e riutilizzo dei rifiuti plastici, ora trasformati in “oggetti e produzioni artistiche”, possono contribuire a “valorizzare gli spazi espositivi e urbani” per “un forte impatto ambientale”, nonché per “lo sviluppo, il sostegno e l’affermazione della cultura e della creatività”.
A Palazzo Verde, fino a giugno, sarà pertanto possibile ammirare le opere di Tvrtko Buric, Leonard Sherifi e OrdinariAmministrazione.
Tvrtko Buric, classe 1982, croato di Bjelovar, è l’autore di From energy to energy, opera di materiali plastici tipici del quotidiano o raccolti nei cantieri, quindi trattati ad alte temperature. L’opera, con la materia al suo stato originario, ciò che “annulla la funzione precedente dell’oggetto”, esprimendo “nel rifiuto la volontà di cambiamento”, è stata collocata in un ambiente della sala con l’installazione che “prende corpo in verticale”. Al centro, l’uomo, considerato come “creatore e consumatore”, come colui, cioè, che dovrebbe avere responsabilità e coscienza di “cosa fa e cosa lo circonda”.
Leonard Sherifi, classe 1984, albanese di Kuçovë, è a Genova con The spring storm, riflessione sul “processo di alienazione” tipico della società dei consumi con cui il giovane artista ha voluto riprendere il discorso su arte e salvaguardia dell’ambiente avviato nel 2013 con RE-PET, esposizione green curata da Stella Seitun che già allora aveva parlato di “nuove creature dall’aspetto primitivo”, “sculture in PET, micro-città fantastiche composte da frammenti di oggetti d'uso quotidiano o industriali”, fotografie ad esprimere il “senso di straniamento dell'uomo nella sua manipolazione artificiale”, dipinti, opere evocanti le “strutture originarie della natura e del linguaggio della società contemporanea in una continua tensione tra vita e morte, tra nuovo e vecchio, tra l’ineluttabilità del residuo di scarto e ciò che invece si rinnova nel ciclo vitale. Un processo di liberazione della forma dall’oblio che annuncia una salvezza possibile al di là del disfacimento fisico e morale d’ogni produzione e consumo”.
È invece di OrdinariAmministrazione, collettivo di artisti – loro sono Tommaso Megale, Erica Falcinelli, Elena Malara – il nido di fili di plastica, che gli uccelli trovano nell’ambiente, di Recycle readymade, opera concepita come un invito a riflettere sul concetto di riciclo, da sempre considerato in ottica antropocentrica, con l’uomo, cioè, visto nella sua “evoluzione tecnica” che produce altro partendo da ciò che, a sua volta, era frutto di processo produttivo. Se il concetto di riciclo si basa da sempre sulla distinzione fra ciò che è prodotto dall’uomo e ciò che si trova in natura, poiché il nido realizzato con fili di plastica è oggetto presente in natura realizzato dall’azione animale, “uscendo da una prospettiva antropocentrica”, così il collettivo “è nato prima il riciclo o la produzione?”. Il riciclo è, cioè, una “forma di produzione” o la “produzione una forma di riciclo?”
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