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Sexting, quando la tecnologia diventa un pericolo

di Caterina Steri

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Sapete voi qual è una delle ultime mode connesse all’uso sempre più marcato dei cellulari, smartphone e i vari mezzi informatici a noi tanto familiari? Il sexting. Parola derivante dalle due inglesi sex (sesso) e texting (inviare SMS) che indica l'invio di messaggi, immagini e video sessualmente espliciti, principalmente tramite telefono cellulare, ma anche altri mezzi informatici come chat, social network e internet in generale.

Nato negli Stati Uniti è arrivato anche in Italia colpendo giovanissimi in media dagli undici anni in su. Un vero e proprio boom diffuso soprattutto tra i giovani, e non solo, che potrebbe rivelarsi molto dannoso per chi ne è coinvolto. Pensate a quando ci si invia delle immagini a sfondo sessuale che, anche se mandate confidenzialmente ad un solo destinatario, spesso possono diffondersi in modo incontrollato e incontrollabile creando seri problemi alle persone direttamente coinvolte. Non mancano infatti storie di ragazzi le cui vite sono state seriamente danneggiate per la pubblicazione e la diffusione di loro immagini osé.

Dietro questa nuova moda possiamo trovare degli aspetti costanti:

La fiducia nell’altro. Spesso viene inviata la propria immagine audace perché ci si fida del destinatario, non rendendosi conto che se la relazione (amicale o di coppia) dovesse rovinarsi, potrebbe essere diffusa come vendetta, dispetto, ripicca. Non di rado la circolazione via web di questo materiale è legata ad atti di bullismo perché ha come obiettivo quello di colpire e ferire il protagonista delle immagini o dei messaggi.

L’incontrollabilità del fenomeno stesso. Il materiale che troviamo via web rimane disponibile per anni ed è molto difficile eliminarne le tracce una volta pubblicato. Oltre a tutto si diffonde molto velocemente grazie alla possibilità di invii multipli e condivisione a diversi livelli.

Mancanza di consapevolezza. I ragazzi non sono pienamente coscienti di scambiare materiale pedopornografico, che può arrivare in mani sbagliate favorendo fenomeni come gli adescamenti on line o la microprostituzione. Foto e video a sfondo sessuale possono essere usate per presentarsi ai clienti e offrire prestazioni sessuali vere e proprie, spesso anche a scuola.

Il sexting può essere perseguito legalmente, come già successo, con l'accusa di pornografia minorile o incitamento alla prostituzione.

E’ necessario quindi insegnare ai ragazzi a rispettare se stessi, gli altri e la privacy. Far sì che non diano spazio a chi chiede di far girare foto a sfondo sessuale e che ne parlino con le figure adulte di riferimento. Metterli al corrente di quali possano essere i rischi e accertarsi che ne abbiano inteso la gravità. Ancora, occorre che gli adulti favoriscano il dialogo con i ragazzi senza farli sentire giudicati e sbagliati. Cadere in irosi giudizi sulla vita dei figli, o degli alunni non fa altro che farli chiudere in se stessi.

 

18/04/2014