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Stop a privilegi, sì a fiscalità ambientale: una 'finanziaria green' può generare 2 mld di euro l'anno

di Adnkronos

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Roma, 11 ott. - (AdnKronos) - Ridisegnare la fiscalità in chiave ambientale cancellando rendite e privilegi e definendo nuove regole di tassazione più trasparenti per cave, acque minerali, concessioni balneari, rifiuti, consumo di suolo, trivellazioni di petrolio e gas. Il tutto senza creare debito pubblico né nuove tasse, anzi: l’eliminazione di queste privilegi consentirebbe di generare quasi 2 miliardi di euro ogni anno, a partire dal 2017. Legambiente presenta oggi 15 proposte per la legge di Bilancio 2017 che riguardano economia circolare e beni comuni, riqualificazione edilizia e manutenzione del territorio, clima e mobilità sostenibile. Tra le proposte: fissare un canone minimo in tutta Italia per l’attività estrattiva, eliminare tutte le esenzioni dalle royalties sulle trivellazioni, penalizzare lo smaltimento in discarica per favorire il riciclo, adeguare i canoni per le concessioni balneari e quelli per il prelievo di acque minerali, rimodulare le accise sui prodotti sulla base di criteri ambientali, ridefinire le politiche per il settore dell’autotrasporto cancellando i sussidi in vigore. Ridisegnando la tassazione sull'energia e i trasporti, togliendo privilegi e legandola all'inquinamento prodotto, e rimodulando l'Iva per premiare i prodotti con minore impatto ambientale 'si potrebbero rimettere in moto oltre 150 miliardi di euro, spingendo proprio gli investimenti in innovazione e rilanciando il Made in Italy”, aggiunge Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. 'Chi può lamentarsi se i canoni per il prelievo di acque minerali passano da una media incredibile di 0,1 centesimi pagati per litro a 2 centesimi, quando il prezzo medio di vendita è 30 centesimi nella grande distribuzione? - sottolinea Zanchini - Stessi ragionamenti valgono per cave, stabilimenti balneari, smaltimento dei rifiuti, royalties per le estrazioni di petrolio e gas, per questo proponiamo canoni uguali ad altri Paesi europei”. Per Legambiente è urgente ridefinire una tassazione più trasparente sull’energia (attraverso ad esempio una rimodulazione delle accise sui prodotti energetici sulla base di criteri ambientali) e di rivedere l’Iva sull’acquisto dei prodotti, attraverso aliquote differenziate tra il 4 e il 22% sulla base di trasparenti criteri ambientali. Complessivamente tra accise su energia e trasporti, Iva su beni e prodotti, lo Stato attualmente incassa 150 miliardi di euro che, a parità di gettito, vanno ridistribuiti sulla base di criteri ambientali. Sul fronte della riqualificazione edilizia e della manutenzione del territorio, si propone la revisione delle detrazioni per la riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio, attraverso incentivi legati al miglioramento delle prestazioni energetiche e all’adeguamento antisismico degli immobili, e l’istituzione di un fondo nazionale per le bonifiche dei siti orfani e delle aree pubbliche a partire dal contributo economico dei produttori di rifiuti speciali e pericolosi, sul modello del Superfund americano. E ancora: recupero dei terreni agricoli e del patrimonio boschivo abbandonati attraverso l’affidamento in concessione a cooperative e imprese; rivedere la fiscalità sull’autoconsumo da fonti rinnovabili e quella sui carburanti per incentivare innovazione e mobilità sostenibile; ridefinire la tassa di possesso degli autoveicoli prendendo come riferimento l’inquinamento generato; ridefinire le politiche per il settore dell’autotrasporto cancellando i sussidi in vigore e introducendo un sistema di premialità legato a innovazioni e interventi di miglioramento delle prestazioni dei veicoli. “Chiediamo a Parlamento e Governo – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente - di avere il coraggio di andare in questa direzione, rilanciando ad esempio gli investimenti relativi al recupero urbano delle periferie e delle rinnovabili, e approvando una finanziaria green in grado di rilanciare davvero l’Italia”.

11/10/2016