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WETFEET, energia da onda: la Scuola Sant’Anna di Pisa partner di un grande progetto europeo

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In tempi di energia pulita da fonti rinnovabili, come l’energia da onda, l’Unione Europea ha finanziato, nell’ambito del programma quadro Horizon 2020, il progetto WETFEET (Wave Energy Transition to Future through Evolution of Engineering Tools) per lo sviluppo di una nuova classe di WEC, dispositivi che convertono l’energia del moto ondoso in elettricità e che possono essere installati sulla linea di costa, in acque poco profonde vicino alla costa, quindi in mare aperto. Il progetto, di durata triennale, esaminerà gli aspetti urgenti – tecnici, economici, finanziari, ambientali – condizione essenziale per lo sviluppo di tutto il settore. Quali vincoli, cioè, sono stati causa di lentezza in materia di progressi di energia da moto ondoso? Il futuro si chiama affidabilità delle componenti tecnologiche e lunga vita di tali dispositivi, con approdo a una tecnologia “più economica ed efficiente” di elevata “compatibilità ambientale e sociale”.

Consorzio di partner internazionali, il progetto sarà coordinato dal WavEC – Offshore Renewables di Lisbona, diretto da António José Nunes de Almeida Sarmento, già professore associato del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dello Instituto Superior Técnico e un’autorità in Portogallo nello studio dell’energia da onda. Gioiello del WavEC, che gestisce da più di un decennio, è la centrale di Pico, nelle Azzorre, dove tempo fa è stato costruito un impianto convertitore di energia da onda OWC, a colonna, cioè, d’acqua oscillante. 

Il progetto, varato nel 1992, fu presentato in sede europea come “progressi verso la realizzazione commercialmente fattibile di una centrale energetica basata sullo sfruttamento delle onde”, partendo da considerazioni sulla necessità di nuove fonti energetiche: “Considerati i problemi legati alle fonti energetiche attualmente disponibili (progressivo esaurimento e gravi danni ambientali provocati dai metodi di produzione dell’energia), si assiste ad un notevole spostamento di interesse verso le fonti rinnovabili per far fronte al rapido aumento del fabbisogno energetico. Questo progetto prevede la realizzazione, sull’isola di Pico (Azzorre), di una centrale per la produzione di energia generata dal moto ondoso, dotata di un generatore a velocità variabile, uno dei più importanti componenti della futura centrale”.

La centrale di Pico, nata come centrale pilota europea di energia dalle onde, ambiva a dimostrare la “fattibilità tecnica di energia dalle onde su una piccola isola”. Il sistema OWC, su cui si basa, è, inoltre, da sempre ben visto per il suo “ridotto impatto ambientale”, potendosi inglobare, così un report dell’Enea, nelle “strutture tipiche” delle coste come “dighe foranee e frangifltutti” e per non interferire con l’ambiente marino e le attività umane lungo le coste, come navigazione, pesca, balneazione, risultando, al contrario, grazie all’alimentazione delle boe luminose, utile a “tali attività”.

Tra i partner del progetto WETFEET c’è, invece, la Scuola di Studi Superiori Sant’Anna di Pisa, che vi parteciperà sotto la responsabilità scientifica di Marco Fontana, livornese, classe 1978, dal 2008 ricercatore in Meccanica Applicata alle Macchine del TeCIP del Sant’Anna e dal 2012 responsabile del gruppo di ricerca PERCRO-SEES, nonché coordinatore del progetto di ricerca europeo PolyWEC (Polymeric Wave Energy Converter). “Fino al 2011” racconta “ho fatto ricerca su temi di meccatronica e robotica, successivamente, assecondando il mio interesse personale verso le energie rinnovabili, ho iniziato a lavorare su temi differenti. Riassumendo in modo forse semplicistico: ho provato ad applicare quello che avevo imparato fino a quel momento nell’ambito della robotica nel settore della conversione di energie rinnovabili. Insieme a un collega, Rocco Vertechy, ora all’Università di Bologna, abbiamo avuto l’idea di PolyWEC: New mechanisms and concepts for exploiting eletroactive Polymers for Wave Energy Conversion, un progetto FET (Future Emerging Technologies) che si può definire di ricerca di base che ha come obiettivo lo sviluppo di una nuova classe di convertitori di energia dal moto ondoso del mare basati su elastomeri dielettrici. Detto in parole abbastanza semplici, sono delle gomme che convertono l’energia meccanica, richiesta per deformarle, direttamente in energia elettrica. Fino ad oggi, abbiamo ottenuto degli ottimi risultati, tali da suscitare l’interesse di diverse grandi aziende e di tutta la comunità scientifica che lavora sul tema dell’energia dalle onde. Qui si aggancia WETFEET, che ha un focus più ampio rispetto a PolyWEC e che studierà una serie di tecnologie chiave per la realizzazione di generatori di energia dalle onde economici e sostenibili”.

Il Sant’Anna contribuirà al progetto grazie all’esperienza acquisita nell’ambito dei sistemi di conversione basati sui generatori ad elastomero elettrico. Tra le tecnologie chiave di WETFEET, spiega, infatti, Marco Fontana, è stata scelta quella “degli elastomeri dielettrici di cui noi siamo i portavoce. In WETFEET c’è uno specifico workpackage, di cui sono il responsabile, che è dedicato all’ottimizzazione di un sistema di conversione a membrana”, un’opportunità per “sviluppare ulteriormente le ricerche di base” di PolyWEC.

 

Abbiamo parlato di:

Horizon 2020 Website

WETFEET Website

WavEC – Offshore Renewables Website Facebook LinkedIn YouTube

Instituto Superior Técnico di Lisbona Website Twitter Facebook YouTube

Centrale di Pico Website

Centrale di Pico: progetto europeo Website

Report Enea OWC Documento

Scuola di Studi Superiori Sant’Anna Website Twitter Facebook LinkedIn YouTube

Marco Fontana Website

TeCIP Website

PERCRO-SEES Website

PolyWEC Website

Rocco Vertechy Website