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“Costrette a mostrare i genitali per dimostrare di essere donne”: la calciatrice svedese fa scoppiare la bomba

Nilla Fischer, 38 anni, parla di pratica umiliante: “Abbasso i pantaloncini e la biancheria intima, poi la fisioterapista dice “sì”, poi guarda il dottore in piedi di spalle alla porta". Quindi "il medico firmava il documento che attestava come la nazionale di calcio fosse composta da sole donne”

di Redazione

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C’è un libro scottante che sta facendo discutere. Si tratta di Jag sa inte ens hälften, che in italiano significa Non ho detto neanche la metà (di tutto quello che so), ed è stato scritto dalla ex prestigiosa calciatrice della nazionale svedese Nilla Fischer. Secondo la ex difensora centrale del team nordico, 38 anni, le giocatrici svedesi sarebbero state costrette a mostrare i loro genitali durante i Mondiali di calcio femminile del 2011.

L’ex calciatrice parla di una pratica “umiliantecui lei e le sue compagne sarebbero state costrette a sottoporsi a seguito delle proteste di Nigeria, Sudafrica e Ghana contro la Fifa nei confronti della Guinea Equatoriale, squadra accusata di schierare degli uomini.

La Fifa impose, di conseguenza, dei controlli, chiedendo a ciascuna nazionale di firmare una dichiarazione per garantire che le giocatrici fossero "di genere appropriato". Era lasciata però alle singole federazioni la decisione su come fare il controllo. La Svezia - spiega la ex calciatrice -  adottò quel metodo invasivo.

Sarebbe stato disposto cioè un controllo ad opera di una fisioterapista donna.  Controllo effettuato per conto del medico.

Il curriculum

La denuncia è sicuramente esplosiva ed appare foriera di forti polemiche nel mondo del calcio femminile, anche perché proviene da una esponente autorevole del settore. La Fischer vanta infatti 194 presenze in Nazionale e si è ritirata dall’attività agonistica nel 2022 dopo una brillantissima carriera ventennale. Ha conquistato una Champions League, un argento olimpico a Rio nel 2016 ed è arrivata con la sua nazionale due volte terza ai Mondiali.

"Non volevamo rinunciare a giocare un mondiale"

Nel libro – riporta La Stampa - rivela quanto a lei e alle sue compagne di squadra sarebbe stato stato detto. Ci avevano detto - rivela - “di non depilarci nei giorni successivi e di mostrare i nostri genitali al dottore. Nessuno capiva questa cosa delle depilazione, ma abbiamo fatto come ci era stato detto, pensando “come si è arrivati a questo? Perché siamo costrette a farlo adesso, ci devono essere altri modi per farlo...dovremo rifiutare?”. Al tempo stesso però nessuna voleva mettere a repentaglio l'opportunità di giocare un Mondiale. Così lo abbiamo fatto, non importava quanto fosse malato e umiliante”. Per cui tutte alla fine sottostavano a quella pratica “umiliante”.

In una intervista al giornale svedese Aftonbladet, - si legge sempre sul quotidiano torinese - la ex campionessa ha fornito ulteriori dettagli. “Abbasso i pantaloncini e la biancheria intima, poi la fisioterapista dice “sì”, poi guarda il dottore in piedi di spalle alla porta”. Lo stesso fanno le altre.

Quando “tutte le calciatrici erano state controllate” il medico firmava il documento che attestava come “la nazionale di calcio fosse composta da sole donne”.

Questo quanto scritto da Nilla Fischer nel suo libro. Ora si attendono le reazioni e le eventuali verifiche e ripercussioni. Allo stato attuale - secondo quanto riportano i media – la Fifa non ha commentato limitandosi “a prendere atto”.

15/06/2023