Un debutto e un annuncio. Per la prima volta Alfonso Signorini si presenta come romanziere con una storia d’amore e di passione totalizzante tra due ragazzi di diversa estrazione sociale. Il libro si intitola “Amami quanto io ti amo” ed è stato presentato dal direttore di Chi e conduttore del Grande Fratello Vip a “Che tempo che fa” dove ha anche annunciato le sue nozze con il compagno di una vita, Paolo Garimberti: “Dopo 23 anni mi sposo davvero tra un anno e mezzo con Paolo. Ero il primo a criticare l’istituzione del matrimonio tra i gay. Ma mi voglio sentire al sicuro nel cuore e non solo nel cuore. Anche formalmente. Se entro in coma lui non può venire a trovarmi in ospedale e mi sembra davvero assurdo”.
L’intervista è stata anche l’occasione per parlare della difficoltà che Signorini ha incontrato nel fare coming out, nell’ammettere davanti a tutti di essere omosessuale. E a sorpresa il giornalista ha raccontato di aver fatto coming out davanti al cardinale Martini, “una delle figure più straordinarie e accoglienti che abbia mai conosciuto. Davanti a lui ho fatto coming out. Avevo 30 anni e quando mi sono innamorato ho trovato questo coraggio”. Poi Signorini ha raccontato il suo travaglio interiore: “Quando insegnavo dai gesuiti sentivo sulle spalle la tradizione di quelle istituzioni culturali, ideologiche. Il Cardinal Martini veniva una volta al mese nel nostro istituto a Milano per tenere ai docenti la 'lectio magistralis'. Quando insegnavo vivevo tutto con molto contrasto interiore, perché non mi sentivo trasparente nei confronti dei miei allievi, dei miei colleghi, e anche di me stesso. Durante quegli incontri si è instaurato tra me e il Cardinale un bel rapporto e ho trovato il coraggio di scrivergli una lettera dicendogli che avrei voluto parlargli”. L'incontro è avvenuto. "Lui mi ha ricevuto e ho fatto per la prima volta coming out con il Cardinale. La cosa bellissima è stato il suo silenzio, lui mi ha ascoltato e guardato in silenzio, che è durato 10 secondi ma a me sembravano un’eternità, e mi ha detto, asciuttissimo: 'E che importa? Quando andremo in cielo, il Signore ci chiederà solo quanto abbiamo amato, quanto siamo stati capaci di amare'. Per cui ancora oggi quando mi dicono che la Chiesa non accoglie, io penso che non sia vero: cioè, ci sono ancora un'infinità di croste e magagne da togliere, ma chi sono io per giudicare?, proprio come aveva detto Papa Francesco".