Ex Ilva: diossine e PCB nel latte materno elevati a Taranto
Ex Ilva di Taranto, tra i vari monitoraggi condotti negli anni c’è quello sul latte materno delle donne di Taranto e provincia per valutarne l’esposizione alle diossine e ai PCB o policlorobifenili, serie di 209 composti aromatici riconosciuti, a causa della loro scarsa solubilità in acqua e della loro resistenza alla degradazione, tra gli inquinanti più persistenti nell’ambiente con impatto sulla salute umana per la loro cancerogenicità e gli effetti sul sistema riproduttivo e immunitario.
Lo studio, commissionato dall’ex Ilva all’Istituto Superiore di Sanità e durato 3 anni, è stato condotto in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto.
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Allattamento © Breast feeding problems
Inquinanti nel latte materno © Enviromental Science and Pollution Research/Springer Link/bit.ly/2vtQb3m
Il 4 agosto 2011 il Ministero dell’Ambiente aveva rilasciato una Autorizzazione Integrata Ambientale o AIA (DVA-DEC-2011-0000450) per l’esercizio dello stabilimento siderurgico, quindi oggetto del decreto di riesame del 26 ottobre 2012 (DVA-DEC-2012-0000547) dopo che un riesame era stato disposto d’ufficio con decreto direttoriale del 15 marzo 2012 (DVA/DEC/2012/54).
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Ex Ilva a Taranto © Shutterstock
Ex Ilva a Taranto © Bloomberg
Il decreto di riesame era corredato del Parere Istruttorio Conclusivo Intermedio del 19 ottobre 2012 della Commissione Istruttoria IPPC, la commissione per l’autorizzazione ambientale integrata. Tra le prescrizioni la 93 prevedeva la realizzazione di un biomonitoraggio per verificare l’eventuale presenza di diossine e PCB anche nel latte materno.
Il decreto di riesame sarebbe stato recepito dal D. L. 207 del 3 dicembre 2012 racchiudente Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, quindi convertito con modifiche dalla legge 231 del 24 dicembre 2012.
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Ex Ilva a Taranto © Twitter
Allattamento © Nutripedia
Ex Ilva a Taranto © Terra Nuova
Salute di madre e bambino da proteggere © PxHere
Ex Ilva a Taranto © Ministero Sviluppo Economico
Con apposita locandina la Asl di Taranto ha annunciato uno studio di monitoraggio di diossine e PCB nel latte materno di donne residenti a Taranto, a Statte e nei comuni a più di 30 km da Taranto come Laterza, Ginosa, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana, invitando le donne alla prima gravidanza, quelle fra i 25 e i 40 anni, quelle residenti nelle zone di interesse da almeno 10 anni, quelle, infine, tra la quarta e l’ottava settimana di allettamento, a richiedere maggiori informazioni all’ostetrica e a partecipare allo studio contattando il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl tarantina.
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Locandina progetto monitoraggio latte materno © Asl Taranto
Ex Ilva a Taranto © Yara Nardi/Reuters /Landov
Complessivamente sono stati raccolti 150 campioni di latte: 76 di donne residenti a Taranto e a Statte e 74 di quelle residenti nei comuni a più di 30 km dal capoluogo. Le donne “arruolate” tra i 25 e i 40 anni erano al loro primo parto e tutte residenti in zona da almeno 10 anni. Le concentrazioni di inquinanti, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, sono risultate “più elevate” in maniera statisticamente significativa nelle donatrici di Taranto e Statte rispetto a quelle delle altre donatrici con un aumento tra il 18 e il 38% a seconda delle sostanze considerate - diossine, PCB diossina-simili e PCB non diossina-simili - pari al 28% dell’insieme delle sostanze ad azione diossina-simile.
“Lo studio che abbiamo realizzato in collaborazione con la Asl di Taranto” spiega la dottoressa Elena De Felip responsabile del reparto Esposizione Umana e Contaminanti Ambientali del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità “mostra che l’esposizione delle donne residenti nell’area urbana è superiore, in modo statisticamente significativo a quella delle donne residenti in provincia ed è sovrapponibile a quella riscontrata in studi simili in altre zone industrializzate presenti in Italia. Il confronto con i risultati di altri studi di biomonitoraggio effettuati negli anni precedenti a Taranto e provincia suggerisce, inoltre, che nel tempo ci sia stata una riduzione dell’esposizione a queste sostanze. Questi risultati sono stati ottenuti grazie al prezioso contributo dei colleghi della Asl di Taranto il cui impegno sul territorio è stato per noi determinante”.
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Estrazione latte materno © Fotolia
Ex Ilva a Taranto © Centro Documentazione Conflitti Ambientali