C’è stato un botta e risposta a distanza dopo il clamoroso appello alla "riconciliazione" dagli schermi della Bbc, che rischia però di naufragare sul nascere. Si è consumato in pochi minuti l'ultimo capitolo della saga del principe ribelle Harry, protagonista di un'intervista a sorpresa concessa alla tv di Stato del Regno dopo la decisione con cui la Corte d'appello di Londra ha respinto il suo ricorso contro la revoca del diritto automatico alla scorta, durante le sue visite in patria. Revoca imposta dal ministero dell'Interno (Home Office) in seguito al suo strappo da casa Windsor del 2020 e al suo trasferimento negli Usa. Alla sentenza, fra sospetti e recriminazioni, è seguito un inusuale botta e risposta pubblico che ripropone un senso di divisione e d'incomprensione in seno alla famiglia reale britannica.
Pace a patto che dicano la verità
Il duca di Sussex ha concesso un’intervista dai toni emotivi nella quale si è detto "sconvolto", escludendo di poter tornare a vivere nel Regno in un futuro prevedibile. Salvo offrire un ramoscello d'ulivo ai familiari - il padre Carlo e il fratello maggiore ed erede al trono William in primis - condizionato tuttavia al riconoscimento da parte loro della "verità".
La reazione della Corona
Parole che la corte ha accolto tutt'altro che bene, almeno per ora. Limitandosi a diffondere un gelido comunicato, in risposta agli accenni fatti dal principe cadetto su una possibile influenza di suo padre e dell'apparato di palazzo dietro l'esito giudiziario della vicenda della scorta. "Tutte queste questioni sono state esaminate ripetutamente e meticolosamente da varie corti, con le stesse conclusioni in ogni occasione", ha tagliato corto nella nota Buckingham Palace, mentre fonti ufficiose citate dalla stessa Bbc facevano notare che re Carlo III avrebbe ritenuto costituzionalmente improprio un qualunque intervento in favore della sicurezza reclamata dal figlio minore per sé e per la propria famiglia.
La richiesta di fare pace
"Mio padre non mi parla più per questo", aveva detto nell'intervista il secondogenito di re Carlo III e della defunta lady Diana, accennando al sospetto avanzato dai suoi avvocati a sostegno del ricorso respinto stando al quale la Casa Reale avrebbe in qualche modo ispirato la revoca della tutela automatica per sottolineare la sua rinuncia allo status di membro senior "attivo" della dinastia legata allo strappo di 5 anni fa. E quindi la sua "inferiorità". Per poi aggiungere comunque che "non ha senso continuare a litigare, poiché la vita è preziosa". E richiamare le stesse condizioni di salute di Carlo, a cui l'anno scorso è stato diagnosticato un cancro di natura imprecisata, evidenziando di non sapere "quanto gli resti" da vivere.
Perdono difficile
Parlando dalla California, dove vive con la consorte Meghan e con i principini Archie e Lilibet, il 40enne duca di Sussex, tuttora quinto nella linea di successione alla corona, non ha del resto mancato di rievocare in modo esplicito i contrasti interni al casato di questi anni. "Non riesco a immaginare un modo per poter riportare mia moglie e i miei figli nel Regno Unito a questo punto", ha tra l'altro affermato, dopo aver rivendicato il suo amor di patria, rifacendosi ai "tantissimi disaccordi" con parte dei membri della famiglia. Alcuni dei quali "non mi perdoneranno mai per aver scritto un libro", ha insistito, riferendosi alle rivelazioni contenute nella sua autobiografia best seller dal titolo 'Spare' che tante polemiche e imbarazzi ha suscitato un paio d'anni fa. Un dissidio che continua a lacerare evidentemente i Windsor, anche se Harry assicura di aver "perdonato" i consanguinei dopo aver conosciuto e resa pubblica "la verità". Perdono che in qualche modo, e malgrado tutto, egli auspica possa essere alla fine reciproco con il re suo padre e il futuro re suo fratello. Ma rispetto al quale lancia con voce rotta un monito che sa di sfida: "Se non vogliono riconciliarsi dipenderà interamente da loro".