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Il principe Harry relegato in terza fila ma gli occhi del mondo erano per lui

di Cinzia Marongiu

“Dov’è Harry?”, “È entrato?”, “Si affaccia o no?”, “È ripartito già?”. Tutti a chiedersi di lui, il reietto, il ribelle. Volente o nolente il principe Harry è stato protagonista anche nel giorno della vittoria di suo padre e della detestata Camilla. Arrivato dagli Stati Uniti, per appena 24 ore, giusto il tempo di presenziare alla cerimonia dell’Incoronazione prima di volare oltre oceano tra le braccia di Meghan e dei due figlioletti, Harry si è presentato in abiti civili perché tra le tante prerogative che gli sono state tolte da quando ha lasciato la Firm (“la Ditta”) c’è anche quella di non poter indossare l’uniforme militare. All’arrivo il cerimoniale gli ha riservato un passaggio d'onore fra i membri di casa Windsor non attivi o non più attivi in compiti di rappresentanza ufficiale della dinastia.

Il principe ha mostrato un mezzo sorriso, rivolgendo qualche saluto. Una volta entrato nell’Abbazia di Westminster però Harry è stato relegato in terza fila. Un trattamento che è sembrato decisamente uno sgarbo visto che il principe è tutt’ora quinto in linea di successione al trono e gli sarebbe spettata la prima fila. Alla fine della cerimonia, ricominciano le domande: “Dov’è Harry?”.

In realtà la risposta è scontata da mesi, da quando la frattura tra il secondogenito di Lady Diana e i Windsor è apparsa incolmabile. Sono stati scritti fiumi di inchiostro su questa vicenda, comprese le 700 bellissime pagine del libro “The Spare” che ha scritto proprio Harry. Oggi conta soltanto notare il suo sorriso, nonostante l’isolamento: Harry appare sicuro di sé come di chi sa che ha agito seguendo il cuore e non altre motivazioni. Esattamente come ha sempre fatto sua madre, alla quale non a caso ha dedicato il libro.

Cinzia Marongiu

06/05/2023