Le pubblicità che fanno ricorso a immagini erotiche o sono evocative della sessualità non hanno nulla di originale, vanno sul sicuro colpendo sotto la cintura e chi le crea dovrebbe essere definito in vari mondi ma non creativo. Se poi la sessualizzazione arriva a toccare l’infanzia, ecco che non basta storcere il naso e, infatti, interviene il Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria. Come nel caso dello spot delle scarpe U-Power con Diletta Leotta la cui scena iniziale è stata giudicata inappropriata ed è stata ordinata la cessazione immediata della pubblicità con l’accusa di violare l’articolo 11 del Codice. Lo spot era stato criticato e segnalato da Selvaggia Lucarelli che ha commentato: «Stavolta è troppo»
Il bambino che guarda la donna in minigonna
La pubblicità di U-Power, che è stata ufficialmente sospesa, era stata lanciata lo scorso marzo con testimonial e narratrice Diletta Leotta. «La prima volta che sei rimasto senza parole», dice infatti Leotta mentre un bimbo dell’apparente età di 7-8 anni è girato di spalle e guarda con occhi sognanti una giovane donna esibirsi su un palco mentre indossa una gonna cortissima. Secondo il Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, proprio i primi otto secondi dello spot, della durata complessiva di mezzo minuto, rappresenterebbero la «sessualizzazione di un bambino» violando l’articolo 11 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale.
La sessualizzazione del minore e la violazione del Codice
Il codice, in vigore dal 30 ottobre 2024 nella sua ultima versione, afferma infatti che «sono vietate rappresentazioni di comportamenti o di atteggiamenti improntati alla sessualizzazione dei bambini, o dei soggetti che appaiano tali». Il Giurì ha quindi accolto le numerose proteste che avevano accompagnato il lancio della pubblicità, e fra queste c’era quella di Selvaggia Lucarelli. È stata proprio l’opinionista a dare la notizia della sospensione dello spot sulla sua newsletter, di cui il Giurì ha ordinato «la cessazione immediata». Nelle immagini, infatti, è intuibile come l’espressione «la prima volta che sei rimasto senza parole» si riferisca al bambino e al suo sguardo diretto alle qualità fisiche della donna sul palco.
Selvaggia Lucarelli: «Pubblicità sempre brutte ma stavolta è troppo»
Scrive Lucarelli: «Le pubblicità di U-Power sono sempre state brutte, con quel gusto anni Novanta nell’ammiccare al sesso. Ma stavolta si fa un passo ulteriore: si mette al centro il corpo di una donna con una ripresa dal basso, in minigonna inguinale, e lo sguardo di desiderio è quello di un bambino».
Non è la prima volta che il marchio U-Power viene messo sotto accusa: l'ultima risale alla partecipazione di John Travolta al Festival di Sanremo e al caso della pubblicità occulta che comportò una multa per la Rai.
Foto Ansa e Instagram