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Cambiare vita o restare uguali a se stesse? La lezione del premio Nobel Doris Lessing per chi ha paura di invecchiare

La scrittrice e giornalista Gabriella Carmagnola ci parla de "Il diario di Jane Somers": una donna in carriera, una vecchia signora e il bivio della scelta

Cambiare vita o restare uguali a se stesse La lezione del premio Nobel Doris Lessing per chi ha paura di invecchiare

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Metti una donna in carriera, vicedirettrice di un giornale di moda, sempre elegante e curata, tutto impegni e successo che incontra una vecchietta di 90 anni, in farmacia, burbera e trasandata, malata e povera ma piena di orgoglio, che le dice aiutami con le borse che pesano. Lei, la manager, la asseconda, un po' sbalordita, la accompagna nella sua vecchia soffitta maleodorante e si trova in faccia a un mondo che non aveva mai voluto considerare. E’ uno di quei momenti di bivio che ci riserva la vita: vedere la nostra esistenza in controluce, e chiedersi se non si dovrebbe cambiare tutto da cima a fondo. Come questo sia possibile lo racconta da par suo Doris Lessing ne “Il diario di Jane Somers” (1987, Feltrinelli Editore).

Premio Nobel per la letteratura

Vent’anni dopo sarà premio Nobel per la Letteratura perché con “scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa.” Divisioni interne, anche, che si annidano nell’anima come un herpes e poi esplodono tutte di colpo. Jane, la protagonista, racconta in prima persona con una scrittura scarna e serrata e regista i fatti con precisione chirurgica. Non aveva curato la madre anziana, per seguire la carriera, neppure il marito malato e adesso che è morto lo rimpiange. Figli niente, solo lavoro, come una droga. Come si faceva negli anni ’80 e come si fa spesso anche oggi. Ma poi, quell’incontro. Le sue certezze diventano fronzoli. Momento di crisi. Scatenato da una vecchietta indomita che ha un’arma potentissima: è una combattente che non si arrende. Le assomiglia. E’ malata di cancro ma non demorde. Non vuole ansiolitici, non si vuole rimbambire, dice: al posto mi dia un’aspirina. Non accetta, non vuole andarsene e quando muore, in quell’ospedale, l’ultima cosa che le sentono dire è “aspettate un momento”.

Consigliato a chi ha paura di invecchiare, a chi si prende cura di qualche anziano in famiglia e ne sente la fatica e il dolore, come è umano che sia. Un libro che è un grido d’amore alla vita. Indimenticabile. 

10/02/2023