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Elenoire Casalegno bacchetta Chiara Ferragni: "Ecco cosa avrebbe dovuto fare''

Racconta di essere attiva sul fronte beneficenza e quindi si permette di dare consigli per evitare che ci siano ambiguità nella comunicazione: ''Da sette anni collaboro con il reparto oncologico tumori al seno dell’ospedale San Raffaele a titolo totalmente gratuito"

Foto Instagram e Ansa 

di Redazione

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"Volevo fare il magistrato ma sono finita nel mondo dello spettacolo per caso". Si racconta così in una intervista Elenoire Casalegno: ''Avevo appena 18 anni, non era il mio sogno nel cassetto quando arrivai in questa agenzia di moda internazionale a Milano, accompagnata ovviamente da mio padre, mi videro e mi dissero: 'Sei perfetta per 'The look of the year', io non sapevo neanche di cosa si trattasse e quando scoprii che era un concorso per modelle mi chiusi nella camera di albergo e mi misi a piangere perché non volevo assolutamente partecipare. Oggi invece ricordo quel concorso come una delle esperienza più divertenti che ho fatto nella mia vita. Da lì mi chiamò subito Italia1 per condurre il programma musicale 'Jammin', poi arrivò il Festivalbar, 'Pressing', 'Scherzi a parte' e tanti altri programmi, quelli musicali erano tutti miei esordi televisivi li vivevo come un gioco, poi ben presto diventarono un lavoro''.

Il suo rapporto col no profit 

Racconta la sua esperienza come volontaria: ''Da sette anni collaboro con il reparto oncologico tumori al seno dell’ospedale San Raffaele a titolo totalmente gratuito, per un progetto che si chiama 'salute allo specchio' dove uno staff di medici donne bravissime ha creato una struttura che offre un supporto psicologico alle donne con il cancro al seno''.

La sua sul caso Ferragni-pandoro:

"Ma quale errore di comunicazione'', Elenoire ha commentato così il video di scuse pubblicato dall'influencer sui suoi social. ''Quando firmi un contatto con una azienda sai quale è il tuo cachet e sai anche che l’azienda ha devoluto di sua spontanea volontà, sei mesi prima, 50mila euro al Regina Margherita. Quindi quale sarebbe l'errore di comunicazione? Se c’è un'azienda che produce è ovvio che se offri la tua immagine a quella azienda e ti fai pagare, al di la’ della beneficenza, stai anche lavorando. Se la Ferragni fa una campagna pubblicitaria è libera di chiedere quello che vuole e se c’è un’azienda che la paga, ben venga per lei. Però qua c’è dell’ambiguità perché se poi fai delle stories o dei post sui social dove inviti le persone a comprare quel pandoro per partecipare a un progetto benefico, allora la questione diventa ambigua. Lei per sua stessa ammissione ha detto di essere una imprenditrice e l’imprenditrice sa come muoversi, non è una ragazzina alle prime armi. Noi italiani abbiamo una memoria debole - aggiunge la Casalegno - siamo persone che dimentichiamo facilmente, nel bene e nel male, ma sulla beneficenza e i bambini siamo giudici molto severi e non perdoniamo. Secondo me nel video di scuse, Chiara avrebbe dovuto essere solo sé stessa, anche lì ha sbagliato, forse sarebbe stato meglio se avesse scritto una lettera di scuse, sarebbe stata più efficace''.

Milano, città non sicura

''Ho una figlia di 24 anni e non nascondo che oggi ho molta più paura di prima, mi raccomando sempre con lei di non camminare in strade isolate, di guardarsi intorno e di urlare se qualcuno prova ad aggredirla, ma non è giusto che i nostri giovani vivano in questo modo. A mia figlia dico sempre di farsi riaccompagnare fino a dentro casa. Dal mio episodio so che il primo cittadino ha chiamato Franco Gabrielli (delegato alla sicurezza e coesione sociale del Comune di Milano, ndr) e vedo più vigili in giro in città. Mi auguro che si riesca a gestire la situazione ma non è facile. Non trovo giusto che le nuove generazioni debbano vivere con la paura e l’insicurezza. Mi spiace inoltre che prima della mia denuncia non si sia mosso nulla, le denunce dei cittadini non hanno meno valore delle mie''.

19/01/2024