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L’aborto per lo stress e le urla di William davanti alla Regina: Meghan e Harry raccontano il loro inferno a corte

Perché la nuova docuserie 'Harry & Meghan' restituisce dignità ai cosiddetti 'reali canaglia', dando loro voce

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La bomba è esplora, la resa dei conti (quasi da film western o Guerra delle due rose 2.0) è pronta ad andare in scena.
Meghan e Harry, ora finalmente liberi di vivere in California, non risparmiano nulla e vuotano il sacco, senza sconti, descrivendo il clima terrificante vissuto a Buckingham Palace e le ostilità nei propri confronti.

Nessuna comprensione

Se ne parlava, forse fin troppo, di quello che avrebbero detto, delle accuse che potevano muovere, ma nessuno, quanto meno finora, si è mai davvero posto il problema se una delle coppie più chiacchierate e discusse, rispettivamente duca e duchessa del Sussex (forse ancora per poco), fossero mai stati capiti e compresi dalla casa reale inglese.

A pugni con il protocollo

Il loro bisogno di normalità (ed evasione) non è coinciso con le regole e protocollo storico di corte, fatto di inchini e reverenze, abiti d’ordinanza, etichetta rigorosa, atteggiamento in pubblico, charity, eventi a cui partecipare, vita privata da tenere sotto chiave, e non mostrare negli aspetti più quotidiani di coppia, famiglia, genitori. Ci provano ora a svelarla e condividerla, nella maniera più diretta possibile.

L'aborto di Meghan a causa dello stress

Ed è un fiume in piena, parlando di liti, rimpianti, di un aborto a causa dello stress di Meghan, di una regina “in silenzio” e per nulla empatica, di un fratello, in questo caso William, il vero antagonista della coppia che urla incredibilmente come un pazzo contro Harry in una delle riunioni convocate nel gennaio 2020 proprio da Elisabetta II, sancendo la rottura in famiglia e con un padre.

Il regale 'no comment'

Succede attraverso una docuserie/docureality sconvolgente (sei episodi in onda da qualche giorno su Netflix) che in molti attendevano, Harry & Meghan appunto, ma che creerà sicuramente distanza tra i due e il futuro Re Carlo II, William e Kate Middleton, gli stessi sudditi, più di quanto esista già. Nessun commento ufficiale finora, seppur il fastidio sia palpabile. Questione di poco tempo, impossibile non ribattere, impossibile rimanere indifferenti.

Duchi di riserva

Una prova visiva e concreta si era comunque vista anche ai recenti funerali della Regina Elisabetta II lo scorso settembre, dove Harry era stato posizionato nel corteo funebre in secondo piano, quasi a sfregio, proprio per il fatto
che entrambi, lui e la consorte, avevano abbandonato da tempo il Regno Unito, per rinascere in un altro paese.
Destinazione Stati Uniti: il volo verso la libertà e una sorta di felicità (negata) alla quale, vedendo gli episodi sembrano aver trovato risposta. Una dimensione nuova, piena e ricca di equilibrio, senza più security, indipendenti.

I “reali canaglia”

Da un lato c’è la prospettiva e la loro storia d'amore, esplorata in maniera inedita, intima, tenera, grazie a dei filmati visti insieme ai figli, Archie (3 anni) e la piccola Lilibet Diana (appena 18 mesi). I “reali canaglia”, così soprannominati dai tabloid britannici, non temono il giudizio, anzi, lo premettono, “racconteremo finalmente chi siamo”.
E lo fanno attraverso le (loro) verità, o mezze verità come molti insinuano, con immagini, scatti privati, testimonianze di amici e famigliari, descrivendo le diverse fasi clandestine dell'innamoramento e le difficoltà soprattutto che li hanno portati ad allontanarsi dai rispettivi ruoli istituzionali.

Razzismo a corte

Titoli, che potrebbero a breve cadere ulteriormente, rendendoli anonimi in maniera finale agli occhi del popolo british. Ne viene fuori un quadro a tutto tondo, romantico, ma anche tossico, pericoloso in cui si parla oltremodo di disinformazione dei media, famiglia, pericoli, di una stampa aggressiva, di bugie (probabilmente da più parti), di razzismo diffuso storico e mai del tutto nascosto, manifestato e alimentato dai giornali all’ingresso di Meghan, così che nei suoi confronti (si afferma) crescesse odio e discriminazione.

Mancata occasione di modernizzare

E poi c’è l’accusa alla Royal Family di non esserci praticamente stata nei momenti chiave e del bisogno, di aver portato all’addio forzato i due, perdendo così l’occasione di modernizzare una casa reale più che mai, appare, piena di insidie.
Una mistificazione istituzionale che Buckingham Palace smentirebbe, quanto meno il fatto che questa produzione sia stata creata ad hoc per buttare fango, ed in particolare rigetterebbe le accuse sulla mancata preparazione al ruolo di Meghan (lei rivendica di essere stata abbandonata come dire a sé stessa), ignara di cosa avrebbe dovuto davvero fare.

In memoria di Diana

In Harry sembra convivere però lo spirito della madre Diana, quanto meno quell’allergia ad un certo protocollo subito manifestato dopo poco tempo, ma che non buttava ombra su di lei, illuminando tutto ciò che faceva e che gli altri volevano invece distruggere. Harry non è Diana, non ha la stessa eleganza, appeal, seppur sia suo figlio, ma in lui esiste da sempre il medesimo atteggiamento rivoluzionario, che ha pagato in momenti in cui ha effettivamente creato imbarazzo (tutti più o meno si ricordano le ubriacature, gli scatti vestito, seppur a una festa in maschera, da nazista).

Lieto fine?

William (e Kate) nel frattempo hanno preso distanza, e più volte si scontrano (o si sono scontrati) gli uni contro gli altri.
Fratelli coltelli, parenti serpenti, come accade dappertutto, in cui nessuno probabilmente vince davvero agli occhi del pubblico, in cui le gerarchie predominano e il desiderio di non farne parte è cosa di poco conto. Sembra di assistere, seppur con le dovute misure, a ciò che avvenne ad Edoardo VIII e Wallis Simpson, lui rinunciò al trono per amore di lei, e la storia li mise da parte, o della stessa Diana, tradita, ferita da Carlo, a cui veniva negato di (r)innamorarsi e rinascere.
Il lieto fine pubblico su questa vicenda forse non arriverà mai, ma quello di Harry e Meghan c’è, e lo stanno già scrivendo. Piacciano o no, sono finalmente liberi, ma la docuserie potrebbe davvero essere l’inizio di una lotta fraticida.

 

15/12/2022