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I Me contro Te si sposano ma il matrimonio è uno show a pagamento (fino a 250 euro). Scoppia il caso

Un matrimonio ma anche uno show. Una cerimonia vera e propria ma anche una gigantesca operazione di marketing. Un “sì” solenne pronunciato anziché in mezzo agli invitati davanti a un pubblico pagante

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Un matrimonio vero ma anche uno show. Una cerimonia vera e propria ma anche una gigantesca operazione di marketing. Un “sì” solenne pronunciato anziché in mezzo agli invitati davanti a un pubblico pagante. I Me contro Te sono finiti nella bufera da quando, qualche giorno fa, hanno annunciato il loro matrimonio. La coppia di creator siciliani formata da Luigi Calagna (Luì) e da Sofia Scalia (Sofì), amata soprattutto dai bambini che vanno pazzi per i loro video di sfide e scherzi pubblicati sul loro canale Youtube da 7 milioni di iscritti oltre che sui canali social, altrettanto seguiti, stavolta ha fatto storcere il naso a tanti, suscitando un dibattito e diverse reazioni indignate, ma anche adesioni entusiastiche. 

Il 5 settembre 2026 all'Arena di Milano: i biglietti sono in vendita

Il matrimonio della coppia infatti sarà celebrato il prossimo 5 settembre all’Arena di Milano in quello che i due hanno annunciato come “The wedding – Lo Show”. E per assistere al matrimonio bisognerà acquistare il biglietto come Luì mostra in un video sui social subito dopo aver consegnato a Sofì un bel bouquet. E che biglietto: dai 48 euro ai 250 euro, a seconda dei posti. “Dopo tanti anni insieme sentivamo il bisogno di condividere questo momento con tutte le persone che ci hanno accompagnato in questo viaggio”, hanno scritto. “Sposarci su un palco, con la nostra musica e davanti a voi, è la cosa più bella che potessimo immaginare”.

Francesca Barra: "L'invito non è a festeggiare ma a pagare"

 Una condivisione a pagamento che tra le voci più critiche ha quella di Francesca Barra. La giornalista infatti ha scritto sui social: “Il matrimonio diventa uno show, un evento confezionato per guadagnarci. Quando scrivono “siete tutti invitati”, però, non è vero. L’invito non è a festeggiare, è a pagare. Dicono di voler permettere a chi c’è sempre stato di celebrare con loro un momento indimenticabile, ma la dinamica è un’altra: non vi vogliamo come ospiti, vi vogliamo come pubblico pagante. Gli ospiti, ad un matrimonio, non pagano, fanno un dono spontaneo o in lista (magari destinano ad un’associazione per fare del bene) e ottengono a fine celebrazione una bomboniera ricordo. Si sentono gratificati da quella partecipazione. Lo dico senza acrimonia personale, sono una di quei genitori che ha attraversato con i figli la fase Me contro Te, ma esiste un limite, anche nel linguaggio, soprattutto quando diventa fuorviante e ingannevole per genitori e bambini”.

Non è una relazione ma un'operazione di brand

E ancora: “Oggi quel racconto mostra la sua verità più cruda: quello che vedete non è per voi, è in vendita. Non è una relazione, è un’operazione di un brand. Si utilizza l’infanzia come leva emotiva e la fiducia come strumento. I genitori sono gli unici che possono dire ai figli che forse è il momento di lasciar andare, che qualcosa si è spezzato o forse non si è mai davvero saldato, l’idea che al centro ci fossero i bambini e non il prodotto. Educare significa dire la verità, spiegare che l’intimità non è un contenuto da mettere a reddito e che non tutto ciò che sembra per loro, lo è in purezza”.

Il successo dei Me contro Te

In effetti i Me contro Te sono tra i creator più importanti d’Italia e hanno costruito un successo che va ben oltre i video online: vendono merchandising come giocattoli, libri, prodotti da cartoleria ma monetizzano anche con film (ne hanno girati sette con incassi importanti al botteghino) e spettacoli dal vivo e hanno investito i guadagni nell’acquisto di svariati immobili. Ovviamente avere successo non è una colpa, così come amarsi e decidere di sposarsi. Ma farlo “invitando” il pubblico a pagare un biglietto non è la stessa cosa. Intanto sui social c’è chi scrive che ha già acquistato il biglietto per il matrimonio-show come regalo di Natale per la propria bambina.