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Letizia Petris come Andrea Delogu: "Sono nata e cresciuta a San Patrignano. Cosa mi è successo quando sono uscita"

La finalista del Grande Fratello ha raccontato la sua vita: dalla nascita all’adolescenza dentro una comunità per tossicodipendenti. Esperienza simile a quella della conduttrice

Foto Instagram @letipetris_

di Redazione

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Nascere e crescere in una comunità di recupero per tossicodipendenti non deve essere stato facile e Letizia Petris, concorrente del «Grande fratello» arrivata in finale, lo ha raccontato a Silvia Toffanin. Aveva parlato della sua singolare storia già nella Casa, nei lunghi mesi di isolamento dal resto del mondo che le devono essere sembrati assai simili agli anni vissuti in comunità. Poi davanti alle telecamere di Verissimo ha rivelato i lati più drammatici della sua adolescenza.

L’amore dei suoi genitori e la nascita in comunità

Avere trascorso l’infanzia e la prima adolescenza nella comunità di San Patrignano, l’ha segnata in modo indelebile come ha raccontato anche Andrea Delogu, che proprio come Letizia è nata e cresciuta nella stessa comunità. Un mondo a parte, dove i suoi genitori si stavano disintossicando dalla droga. «Mamma aveva 17 anni, papà 25», racconta Letizia. «Tra loro fu amore a prima vista: mia madre era appena entrata, doveva fare un percorso più lungo. Mio padre invece era lì già da tempo. Lui l’ha aspettata ed è nato un amore oltre ogni limite, un amore assurdo». Una storia assai particolar e in un contesto assai lontano dalla realtà dei suoi coetanei.

“Mamma non mi faceva uscire”

«Papà e mamma erano tossicodipendenti. Sono andati nella comunità di San Patrignano per disintossicarsi — racconta ancora — si sono conosciuti, innamorati, fidanzati e poi hanno deciso di fare me». Ma dopo la nascita, Letizia ha continuato a vivere a San Patrignano a lungo. «Fino ai 14-15 anni ho vissuto la mia vita in comunità. Mia mamma era molto apprensiva nei miei confronti. Lei ha iniziato a fare uso di droghe molto giovane. Sono stata chiusa in comunità perché lei non mi faceva uscire di casa: aveva paura che io potessi fare gli errori che aveva fatto lei». Si intuisce un po’ di rabbia nei confronti della madre, in realtà una dinamica assai diffusa insieme a quella del genitore che cerca di evitare alla prole i suoi stessi sbagli. Ma se lo sbaglio è la droga tutto è meno consueto.

Uscire dalla comunità è stato uno shock

«Quel comportamento mi ha portata a non conoscere la vita reale, non avevo idea del mondo esterno». Ed essere vissuta in quella bolla ha comportato uno shock nel momento in cui è uscita da San Patrignano e si è scontrata con il mondo là fuori. Così sono arrivate le crisi d’ansia e gli attacchi di panico. Realizzare di aver vissuto sotto una campana di vetro le è costato emotivamente: «I ragazzi che frequentavo erano solo i figli di quelli che stavano a San Patrignano». Una comunità, tuttavia, di cui ha un bel ricordo e nella quale i suoi genitori hanno lavorato dopo essersi disintossicati: «La mamma lavora ancora lì, papà ci ha lavorato fino a quando è morto».

La morte del padre

Il Padre Osvaldo è morto giovane, nel 2020, quando Letizia aveva vent’anni. Una leucemia fulminante se lo è portato via in poco tempo gettando nello sconforto la moglie e la figlia. Perché lui era uno di quelli che «vedono sempre il bicchiere mezzo pieno». E Letizia cerca di conservare in sé quell’ottimismo e l’entusiasmo per la vita. Quella positività che deve avere colpito anche Paolo, che è stato con lei dentro la Casa dove i due si sono innamorati e ora fanno coppia fissa con tanto di progetti per il futuro.

02/04/2024