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Luca Argentero e la fragilità degli uomini: “Divento vecchio e voglio andare in pensione”

A sorpresa l’attore confessa di sentirsi “un rottame. Ho la testa ormai grigia, la pancia, le rughe… Non ha senso andare in pensione tardi”

Foto Ansa e Instagram

di Redazione

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La consapevolezza di essere stato molto fortunato, di avere iniziato la carriera di attore soprattutto perché è un bel ragazzo e poi il timore di vedere svanire bellezza e giovinezza già a 45 anni. C’è tutto questo e tanto altro ancora nell’intervista a cuore aperto che l’attore ha concesso al Corriere della Sera: “Io sono stato e sono un uomo fortunatissimo. Ho recitato in film diretti da registi come Ozpetek, Comencini o Placido senza aver mai studiato recitazione per un solo giorno della mia vita. Ho lavorato in serie di successo come Carabinieri e Doc avendo il privilegio di stare accanto a grandi attori e grandi attrici. Però sono una persona consapevole, me lo riconosco. Mi osservo, mi critico, mi analizzo. E so benissimo che il fatto di essere bello ha aiutato, eccome. Le dirò di più: ho sfruttato la bellezza quando ho potuto”.

Bello e impossibile

La bellezza appunto, quella che ancora traspare anche dalle foto che posta sui social assieme alla moglie, l’attrice Cristina Marino: “Scusi, ma secondo lei perché per fare una serie importante come Carabinieri, ormai tanti anni fa, hanno scelto me, uno che non aveva mai recitato e che non aveva neanche uno zio nel mondo del cinema? Perché volevano un tipo bello, sportivo e che piace alle donne. Se poi mi chiede se è sempre stato tutto facile, le rispondo di no. All’inizio mi sentivo una specie di intruso”.

Il libro e il tempo che passa

Ma l’intervista con il Corriere è stata soprattutto l’ occasione per parlare del suo esordio nella scrittura. “Disdici tutti i miei impegni”, edito per Mondadori, il suo primo libro scritto perché : "Mi sono divertito a disegnare un personaggio completamente diverso da me. Anche perché non mi dispiacerebbe farne una serie televisiva e magari firmare la regia". Il protagonista, Fabio Resti, è il classico sciupafemmine che non si priva di alcol e sigarette, al contrario di Argentero che afferma invece di avere mollato tutto per sposare una vita salutista. Eppure: “Mi sento un rottame. Ho la testa ormai grigia, la pancia, le rughe", afferma parlando della sua vita e si stenta a crederlo visto che per tante donne rappresenta un sex symbol magari più simile al personaggio che ha inventato per il suo romanzo. Ma quello è uno stile di vita più simile al suo passato, quando studiava Economia e “mi pagavo le tasse lavorando in un bar discoteca e facendo le sei del mattino praticamente sei giorni su sette…”, ricorda. 

La vita scapestrata e i 40enni “sopravvissuti”

“Ora non mi metterei qui a spiegare minuziosamente che cosa si assume o con chi si trascorrono le notti, però possiamo dire che sono stato un giovane come tanti altri, purtroppo. Oggi che sono un marito, padre di due figli e (credo) un uomo responsabile, sono convinto che tanti che arrivano a quarant’anni possano dirsi dei sopravvissuti. Tra amori facili, sigarette e alcol, ci si sfascia quasi senza accorgersene. Io ho persino smesso di fumare”. Del resto per fare il padre ci “vuole un fisico bestiale” potremmo dire citando un altro Luca, Carboni stavolta. E Argentero conferma: “Noè Roberto è nato da poco più di un mese e meno male che io e Cristina siamo abbastanza allenati a darci il cambio di notte, perché questo è il secondo figlio». Con la mogli hanno già avuto Nina Speranza, che oggi ha tre anni e, nonostante la fama, i due fanno la fatica, gioiosa, di tutte le famiglie a tirare su due piccoli. 

Dal Gf alla pensione

Ma Argentero parla pure della sua carriera dagli esordi con il Grande Fratello, che gli diede fama in tv: “Sono passati tanti anni, lo feci per soldi. Calcolai che se avessi vinto la cifra in palio avrei potuto riposarmi un poco e decidere che cosa fare del mio futuro, visto che mi ero appena laureato. Anche adesso faccio calcoli. Ho scritto il libro perché mi piacerebbe lavorare intensamente ancora per qualche anno, guadagnare abbastanza per vivere bene e far vivere bene la mia famiglia e poi vorrei andare in pensione a 55 anni. Viaggiare con mia moglie, riposarmi, leggere e scrivere libri e sceneggiature. Ogni tanto, poi, fare un film che mi piace ma solo per il gusto di farlo. Non ha senso andare in pensione tardi”. Insomma il sogno di tanti ma che non ti aspetti da parte di uno che fa un lavoro assai invidiato.

Il tempo che passa

Ma l’attore è un tipo assai sensibile all’idea della sabbia che scorre nella clessidra: “Io sono ossessionato dal tempo. Dal tempo che passa, perché davvero sento di diventare vecchio, non scherzo. Dal tempo che non mi basta, perché io vorrei vivere tanto, tantissimo con Cristina e con i miei figli. Dal tempo che deve ancora venire, perché vorrei proteggere Nina e Noè dalle cose brutte che inevitabilmente incontreranno. Dal tempo vissuto male, perché se c’è una cosa che mi fa incazzare è chi butta via il tempo. Dal tempo da dedicare anche a me stesso, perché lavorare in serie lunghe come Doc vuol dire sapere che per sei o sette mesi non puoi fare programmi che non siano quelli di lavoro sul set. Ecco perché Cristina è importante nella mia vita. Lei conosce questo lato del mio carattere e lo rispetta, prova a darmi tempo ogni volta che può“.
Insomma, sono tre anni che Argentero entra nelle case degli italiani con il piglio rassicurante di Andrea Fanti, il medico della serie Rai 1 Doc- Nelle tue mani, e invece lui parla di stanchezza e pensione. Del resto ha pubblicato un libro proprio perché spera in una nuova serie. Il futuro, quindi, è ancora da scrivere.

17/04/2023