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Pippi Calzelunghe svela i suoi segreti: curiosità e origine della ragazzina anarchica che sedusse anche Gigi Proietti

Lo spettacolo nato da un’idea da Gigi Proietti, anzi da una sua intuizione, regala al pubblico un’edizione “dal vivo” di una delle eroine più amate di tutti i tempi

Foto ©MarcoBorrelli e Ansa

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“Ecco sono qui, Pippi Calzelunghe così mi chiamo, credo proprio che una come me non c’è stata mai! Pippi Pippi Pippi, che nome che fa un po’ ridere, ma voi riderete per quello che farò!”.

Alzi la mano chi, leggendo queste righe, non ha risentito nella propria testa le note della famosa sigla della serie televisiva “Pippi Calzelunghe”, andata in onda sulla Rai nel 1970 (almeno tra coloro che hanno passato gli “anta” o che hanno visto le puntate in periodi successivi…). 
Del resto, come dimenticare la leggendaria Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump (in italiano, Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraimsilla Calzelunghe)? Un vero e proprio mito nato dalla fantasia di Astrid Lindgren (1907-2002), che viene oggi celebrata in scena con Pippi Calzelunghe - Il musical (pippicalzelunghe.eu), spettacolo nato da un’idea da Gigi Proietti, anzi da una sua intuizione: regalare al pubblico un’edizione “dal vivo” di una delle eroine più amate di tutti i tempi. Un’eroina “peperina” che si può dire di famiglia in casa Proietti, tenuto conto che Sagitta Alter, la compagna di una vita del celebre attore, è svedese; ed è proprio lei ad aver lavorato allo spettacolo, curandone l’adattamento dal libro insieme con le figlie Carlotta e Susanna Proietti (quest’ultima si è occupata delle scene e dei costumi), con la regia di Fabrizio Angelini. “Mi piace Pippi Calzelunghe perché è una bambina che vuole responsabilità - dichiarò Gigi Proietti -. Mi sembra che questo sia il periodo della irresponsabilità, della paura di prendere impegni. Mi piace che il messaggio di Pippi sia di proporsi e avere responsabilità”. Sul palco la protagonista è impersonata da Margherita Rebeggiani, che esprime l’esuberanza della ragazzina dai capelli rossi, pronta a regalare una lezione di indipendenza, di capacità di sognare a occhi aperti, di grande attenzione nei confronti degli amici, di vivacità e voglia di libertà. Accanto a lei non possono mancare i fedeli compagni di viaggio, il cavallo a pois chiamato Zietto e Nilsson, una bizzarra scimmietta: “E’ bella l’idea che sia proprio il cavallo dell’iconografia classica -aveva sottolineato Proietti-. Ed è molto divertente il fatto che una bambina vera sia su un pelouche così grande, che si muova e partecipi alla scena”.

Quasi 80 anni e non sentirli

La scrittrice svedese, vincitrice di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Andersen, e più volte candidata al Nobel, creò il libro nel 1945, diventando famosa in tutto il mondo con questo personaggio nato per caso, affermatosi poi come punto di riferimento per le generazioni a venire, tanto che Bianca Pitzorno, la più importante autrice di libri per bambini e ragazzi, ha parlato di un “Prima e dopo Pippi”, come di un “nuovo criterio di datazione per la moderna letteratura per l’infanzia”.

Fu la stessa Lindgren a raccontarne la genesi: “Nel 1941 mia figlia Karin, di sette anni, ebbe la polmonite. Ogni notte quando mi sedevo accanto al suo letto mi pregava di raccontarle una storia. Una sera, esausta, le chiesi che cosa le sarebbe piaciuto ascoltare, e lei rispose: 'Raccontami una storia su Pippi Långstrump (Calzelunghe)!' inventando il nome proprio al momento. Io non chiesi chi fosse, semplicemente cominciai a raccontare una storia su di lei e, dal momento che aveva un nome così buffo, risultò una buffa ragazzina. Pippi fu un successo con Karin e con i suoi amici; dovetti raccontare la storia più e più volte”. Ma bisogna aspettare il maggio del 1944 perché Lindgren metta per esteso le storie di Pippi, le consegni alla figlia come regalo di compleanno e ne mandi una copia a un editore, senza realmente credere che sarebbe stata accettata: “Persino io trovavo Pippi un personaggio piuttosto sconvolgente - confessò ironicamente anni fa -. Ricordo che conclusi la lettera di accompagnamento all’editore con queste parole: 'Nella speranza che lei non avverta le autorità dell’Assistenza all’infanzia'. (Be', dovete capire, avevo due bambini miei e temevo che si chiedessero che razza di madre scrivesse storie simili). Proprio come mi aspettavo, il manoscritto venne respinto”. Poi, però, il libro vince un premio e finalmente, nel 1945, viene pubblicato. Da allora, dopo un primo periodo di grande scandalo tra i benpensanti, che la giudicavano “una disgustosa monellaccia”, il successo della ragazzina anticonformista e indipendente è stato inarrestabile: oltre 65 i milioni di copie vendute e 77 le lingue in cui le avventure sono state tradotte. Per non parlare delle opere a lei dedicate, dal musical per Broadway ai cartoni animati, alla serie di telefilm di grande popolarità in cui Pippi ha l’indimenticabile volto lentigginoso di Inger Nilsson, che in seguito, però, non fatto molta carriera come attrice; oggi sessantaquattrenne, dopo qualche film è riapparsa in tv in una serie tedesca, mentre il pubblico italiano ha potuto rivederla nel 1999 durante il programma “Anima mia” di Fabio Fazio e nel 2008 in “I migliori anni”, condotto da Carlo Conti. 
Quel che è certo è che l’impavida monella dalle trecce ribelli, dal viso lentigginoso e birichino è più viva e attuale che mai, anche a distanza di oltre tre quarti di secolo.

Curiosità

Astrid Lindgren ha scritto numerosi libri per l’infanzia; suo è anche il personaggio di Emil, a sua volta protagonista di una serie televisiva trasmessa sulla Rai tra il 1974 e il 1975. “Scrivo i miei libri così come piacerebbero a me, se fossi ancora bambina -disse una volta-. Scrivo per la bambina che è dentro di me”. Tra le sue opere tradotte in italiano. Le confidenze di Britt-Mari (Mondadori), L’uccellino rosso, Greta grintosa, Peter e Petra (Iperborea), Conosci Pippi Calzelunghe? (Nord-Sud Edizioni) e Pippi Calzelunghe, uscito per Audiolibri Salani, letto da Lucia Mascino. 

 

26/01/2024