"Non sono ancora morta, grazie. Il neurologo che mi ha in cura mi dice che il mio cervello è come un emmental, nel senso che è 'a buchi' e se anche sono scomparse molte zone attive con i rispettivi neuroni (parola, sordità, equilibrio in proporzioni variabili), i reduci, poveretti, si sono caricati tutto il lavoro. Più che menomato, mi sento impaurito soprattutto per la difficoltà nell’equilibrio che sto recuperando molto lentamente: cammino con il bastone come una vecchia pazza e questo mi rende fragile”. Platinette, nome d’arte di Mauro Coruzzi, arriva al traguardo dei 70 anni con qualche acciacco di troppo ma la verve è quella di sempre. Così come il vezzo di raccontarsi alternando l’uso del femminile e del maschile.
La vita dopo due ictus, uno ischemico e uno emorragico
In un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato della sua vita dopo due ictus, uno ischemico e uno emorragico ma anche di questi primi 70 anni vissuti cavalcando l’ironia. Della Tv, che per anni ha frequentato come opinionista sopra le righe, dice che non le “manca quasi nulla o nessuno se non fosse per i signori che non ci sono più, o i signori che ho incontrato dopo, come Marco Liorni, uno che non si è spaventato nel farmi lavorare anche se parlavo come una cocorita ferita. Mi manca Guillermo Mariotto, uno che si è interessato al mio stato di relativa salute chiedendomi news in privato, ma lui è fuori linea come me, lo sento come un alter ego".
La tv non mi manca. Gli opinionisti sono un residuato bellico
Platinette ammette che "adesso c’è poco o niente per cui valga la pena" tornare in televisione. "In tv gli opinionisti ora sono un residuato bellico di una disputa dove fanno da contorno all’Ego smisurato dei conduttori, mentre il 'noi vecchia guardia' come me, come Vittorio Sgarbi, come Raffaello Tonon o siamo depressi o fuori gioco, a causa del politically correct che impera in questo Medioevo da intelligenza artificiale".
Il primo amore, la prima ferita
Platinette racconta che il primo amore omosessuale della sua vita arrivò a 18 anni, quando era fidanzato con una ragazza. Ma a differenza di tanti omosessuali mantiene la sua contrarietà sia al matrimonio tra due persone dello stesso sesso, sia al Pride: "Trovo il matrimonio tra uomini una parodia di quello etero. Poi io non mi sono mai sentito monogamo mentre la fedeltà è una virtù del legame matrimoniale”. In quanto al Pride, spiega: “Non ci sono più nemici da combattere col forcone né diritti da pretendere. Dobbiamo forse convincere dei buzzurri microcefali a essere più comprensivi? Sforzo inutile”.
L'unico rimpianto legato a Rocco Siffredi
Nella sua vita confessa un rimpianto: “non aver accettato un cameo in un film di Rocco Siffredi. Lui si sarebbe spazzolato una band femminile: quando arrivava di fronte a me, se la sarebbe data a gambe levate". E scommette sulla rinascita di Barbara D’Urso: “Ce la farà, ancora una volta: ha la resistenza dell’acciaio".
Il suo rapporto con la maschera Platinette
In quanto al rapporto tra sé stesso, Mauro Coruzzi, e un alter ego ingombrante come Platinette confessa che “le maschere raccontano molto della vita e anche se sedate nella loro invadenza mediatica fanno fatica a morire, specie se per mano del loro inventore”. Perciò tanti auguri a entrambi.
Chi è Mauro Coruzzi
Ma chi è Mauro Coruzzi? Nato a Langhirano nel 1955, lavora come giornalista sin dagli anni 70, per diventare poi conduttore radio e autore televisivo. La vera svolta arriva agli inizi degli anni '90 grazie a Maurizio Costanzo che lo vuole sul palco del Teatro Parioli di Roma in numerose puntate del Maurizio Costanzo Show.
Accanto alla conduzione radiofonica, il suo show su Radio Deejay "Platinissima" è andato in onda per 12 anni, ha lavorato in tv in diversi programmi. Come conduttore in "Bisturi! Nessuno è perfetto" al fianco di Irene Pivetti e come opinionista e ospite fisso sia ad Amici di Maria De Filippi che nei programmi contenitore di Mediaset. Nel corso della carriera ha pubblicato diversi libri e inciso dischi, partecipando due volte al Festival di Sanremo.