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Calo del desiderio: ai giovani interessa sempre meno fare sesso. Le possibili cause, i rimedi e la prevenzione

Almeno 3 milioni di italiani soffrono di disfunzione erettile, sintomo che può nascondere altre malattie. L'importanza della prevenzione e l'aiuto dei farmaci, anche spray

Calo del desiderio ai giovani interessa sempre meno fare sesso Le possibili cause i rimedi e la prevenzione

Foto Ansa

di Redazione

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Sono tanti e diversi i fattori che secondo i medici stanno minacciando la salute sessuale dei maschi più giovani. In primis lo stress, l'abuso normalizzato di alcol e i sempre più frequenti aiutini ormonali di cui fanno uso senza alcuna prescrizione. Questo può portare a un 'flop' tra le lenzuola e a un progressivo disinteressamento al sesso.

Il calo del desiderio

In Italia 1,6 milioni di persone tra i 18 e i 40 anni non fanno sesso, parliamo dell’11,6 % del totale. Il dato fa paura se confrontato con quello di appena vent’anni fa: solo il 3%. A loro aggiungiamo le 220 mila coppie che vivono relazioni affettive stabili ma senza alcun rapporto sessuale, e le 700 mila che dichiarano di non essere interessate al sesso in questo momento. 

E negli altri paesi occidentali? In Gran Bretagna, la frequenza media dei rapporti sessuali è scesa da quattro a tre volte al mese. In Germania, la percentuale dei giovani che non praticano è passata dal 7,5 al 20,3 per cento. E anche negli Stati Uniti non se la passano meglio, è infatti raddoppiata.

La disfunzione erettile

"Colpisce prevalentemente gli over 40 anche se negli ultimi anni, a causa di stili di vita più stressanti, diete poco bilanciate e altre abitudini poco salutari, stiamo riscontrando un progressivo abbassamento dell'età di esordio. Anche il maggior utilizzo di ormoni come il testosterone, assunto soprattutto dai più giovani per favorire l'accrescimento della massa muscolare, aumenta le possibilità di incorrere nella problematica". A segnalare il trend è Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia (Sia)

"Per disfunzione erettile - spiega Palmieri - si intende l'incapacità a iniziare e portare a termine un rapporto sessuale che sia soddisfacente per il paziente. Si stima ne soffrano 3 milioni di italiani, ma è possibile ipotizzare che il numero degli uomini interessati dal problema sia più alto, non avendo a disposizione dati aggiornati sula patologia. E' importante non sottovalutare il ruolo della prevenzione dei fattori di rischio - raccomanda - e l'importanza degli stili di vita per contrastare l'insorgenza del problema".

La disfunzione erettile può quindi nascondere altre malattie

A volte nascondono un diabete, problematiche neurologiche e cardiovascolari, alterazioni ormonali.

Tra i principali campanelli d'allarme correlati gli esperti citano l'infarto, ma anche disturbi alla vista come la retinopatia, o mal di testa persistenti che implicano una vasodilatazione: tutti segnali che indicano un'alterazione corporea della funzione erettile e del tessuto endoteliale dell'organismo, sui quali è importante agire tempestivamente, anche per scongiurare altre condizioni patologiche gravi.

"In presenza di una sintomatologia sospetta - esorta dunque Palmieri - è bene rivolgersi al medico esperto in andrologia per un'analisi approfondita della problematica, al fine di arrivare rapidamente a una diagnosi e iniziare il prima possibile un trattamento che sia efficace e 'cucito' sui bisogni e le aspettative del paziente. Dal punto di vista terapeutico oltre alle tradizionali terapie per somministrazione orale, oggi abbiamo a disposizione formulazioni in spray molto efficaci, con un meccanismo d'azione rapido e di assoluta validità per il paziente". Terapie 'patient friendly' come il principio attivo del Viagra "oggi è disponibile in una innovativa formulazione spray facile da utilizzare, che garantisce rapidità d'azione ed efficacia del trattamento".

"Le terapie farmacologiche, associate a terapie fisiche come le onde d'urto realizzate direttamente sul corpo cavernoso, consentono al paziente di riabilitarsi completamente e di poter via via diminuire il carico terapeutico", rimarca Palmieri. Gli specialisti evidenziano "il ruolo fondamentale dell'educazione terapeutica per ottenere la massima efficacia dal percorso terapeutico". Conclude il numero uno della Sia: "Il medico andrologo ha il compito di insegnare al paziente come gestire la terapia, trasferire gli obiettivi terapeutici del trattamento e rassicurare su eventuali effetti collaterali che possono manifestarsi specie nelle fasi iniziali ma che sono del tutto trascurabili".

Immagini Pixabay senza royalty

06/10/2023