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Il pipistrello, misteriosa creatura da salvaguardare. Le cose da sapere per non temerlo

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Osservandolo da vicino, il pipistrello è una creatura bellissima.

Jovana Bošković è una biologa montenegrina, è stata lei, durante le giornate della scienza in Montenegro, a svelarmi i segreti di questo mammifero volante. Assistita da alcuni colleghi, questa giovane biologa di Cetinje ha, infatti, parlato di pipistrelli agli studenti delle scuole, tenendo in mano, con la mano che proteggeva con un guanto, un grazioso pipistrello del Montenegro, spiegando, ad esempio, che i pipistrelli non sono ciechi, ma che si affidano a un sonar naturale, sistema di ecolocalizzazione, con il pipistrello che emette suoni dalla bocca e dalle narici e con l’eco che lo aiuta quindi a capire dove si trova, facendogli individuare eventuali ostacoli.

In Montenegro, dove vivono ventinove delle quaranticinque specie di pipistrelli conosciute in Europa – mentre nella sola, nonché vicina Albania ce ne sono trentadue – il pipistrello è un mammifero molto studiato, né mancano le campagne di sensibilizzazione – come quella della Crnogorsko Društvo Ekologa, la società degli ecologisti del Montenegro – per la sua salvaguardia.

In Italia l’appello è stato, invece, lanciato dalla Lipu, nelle cui oasi vivono, nel loro ambiente naturale, specie, anche rare, di pipistrelli. Nel mondo, dove ci sono più di mille e cento specie di pipistrelli, questo mammifero rischia, tuttavia, il declino. Tra le cause principali, denuncia la Lipu, la “distruzione dei loro habitat”, nonché “il massiccio uso di pesticidi in agricoltura”.

Perché salvaguardarli? Semplicemente perché sono importanti per l’equilibrio degli ecosistemi. “Le specie che si nutrono di frutta e nettare hanno un ruolo fondamentale nella riproduzione delle piante” così, infatti, la Lipu “contribuendo al rimboschimento di zone a rischio desertificazione. Il guano di pipistrello è uno dei migliori fertilizzanti al mondo ed è utilizzato nell’agricoltura tradizionale di centinaia di paesi. Inoltre i pipistrelli sono i principali predatori di un gran numero di specie di insetti (soprattutto le zanzare) e contribuiscono a tenerne sotto controllo il numero, limitando i danni arrecati alle coltivazioni, ai boschi e alla salute umana”.

Proprio così, non tutti i pipistrelli si nutrono di sangue, molti mangiano insetti, nettare o frutta. In Italia, ad esempio, non ci sono pipistrelli ematofagi, non così in Messico, dove vive il vampiro di Azara (Desmodus rotundus), che succhia il sangue, in particolare, degli animali da fattoria. I pipistrelli vampiri (solo 3 specie su circa 1300 in tutto il mondo), in realtà fanno piccoli taglietti sulla pelle di bestiame o mammiferi selvatici e leccano le gocce che fuoriescono. Il taglio poi, piccolissimo, si rimargina normalmente. Tra l'altro i vampiri hanno una molecola nella saliva che permette di mantenere il sangue della 'preda' fluido, molecola che è stata isolata (si chiama desmoteplase) ed è attualmente in studio per il trattamento delle ischemie. 

Dal Messico all’Africa, dove i pipistrelli sono diventati, loro malgrado, i vettori del virus Ebola. “In Africa” ci ha raccontato la giovane biologa montenegrina “la gente mangia i pipistrelli, che consuma dopo averli cucinati, se un pipistrello è infetto, il virus viene trasmesso”. Una cattiva abitudine alimentare con conseguenze poco piacevoli.

Dove vivono i pipistrelli? Non solo nelle grotte. Ci sono, infatti, pipistrelli che vivono nelle miniere e quelli che vivono “vicino all’uomo, sugli alberi dei nostri parchi, sotto i ponti o nelle zone più nascoste e riparate di case e palazzi”.

Cosa fare quando si trova un pipistrello? Ecco alcuni consigli del Gruppo Italiano Ricerche Chirotteri: prendere delicatamente il pipistrello, possibilmente aiutandosi con un panno; metterlo in una scatola di cartone pulita, coprendo il fondo con della carta assorbente e praticando dei forellini per l’areazione; evitare di manipolare ulteriormente il pipistrello e posizionare la scatola in un luogo silenzioso; dare solo qualche goccia d’acqua con un contagocce o una siringa senz’ago; mettere nella scatola un piccolo contenitore con l’acqua (vanno bene i tappi delle bottiglie di plastica); appoggiare per metà, indipendetemente dalla stagione, la scatola su una borsa dell’acqua calda per consentire al pipistrello di poter scegliere la temperatura che preferisce; chiamare, per ulteriori consigli, un centro recupero fauna selvatica.

Cosa non fare, invece: dare al pipistrello cibi come latte, frutta, pane, miele, carne; metterlo in gabbie per uccelli; tenerlo in luoghi rumorosi; afferrarlo per le ali o utilizzando pinze o oggetti appuntiti.

E se entra in casa? Il pipistrello avrà paura di voi e voi del pipistrello e allora ecco i consigli per il benessere vostro e del vostro ospite: “Può accadere che un pipistrello entri in casa perché intento a seguire un insetto, oppure può accadere che un ‘giovanotto’ alle sue prime esplorazioni venga a curiosare in casa nostra e magari si porti appresso anche altri pipistrelli”, così, il Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri. “In questi casi si raccomanda di: non spaventare gli animali con urla o agitando oggetti; chiudere le porte cercando di circoscrivere la presenza del pipistrello a un’unica stanza e in questa lasciare la finestra spalancata e la luce spenta. Molto probabilmente il pipistrello continuerà per un po’ di tempo a girare in tondo alla ricerca di un’uscita che riuscirà a imboccare una volta tranquillizzatosi (vi sembrerà impossibile, ma sarà più terrorizzato di voi!)”.

Il Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri ha, infatti, realizzato, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Università degli Studi dell'Insubria, Pipistrelli intorno a noi: una presenza “edificante”, guida pratica alla risoluzione dei problemi di convivenza con i pipistrelli negli edifici. 

Tempo fa, ad esempio, a Voldomino, frazione di Luino, nel varesotto, una colonia di femmine pipistrello entrò nelle aule della scuola elementare. Una storia, tuttavia, a lieto fine. Così, infatti, una cronaca dell’epoca: “I pipistrelli sono una decina di femmine che tra un mese avranno i piccoli, e la scuola non le caccerà via. L’intervento del nucleo ambientale della Polizia provinciale ha infatti convinto i dirigenti a tollerare gli animali, e così la visita inaspettata potrebbe anche trasformarsi in un’opportunità scientifica. Un esperto dell’Università dell’Insubria di Varese, lo zoologo Adriano Martinoli, è stato contattato per spiegare a insegnanti e bambini che il pipistrello non è in realtà cattivo come il conte Dracula: c’è un pregiudizio diffuso contro questi animali – spiega lo zoologo – ma si tratta di bestie innocue. D’altra parte, possono anche essere utili. A Saronno l’amministrazione ha costruito delle casette per il ripopolamento e li sfrutterà quest’estate per combattere le zanzare. Alla scuola di Luino – conclude l’esperto – abbiamo invece suggerito di sigillare momentaneamente verso l’interno i cassoni e di aspettare la prossima migrazione, prevista per agosto”.

 

Per un approfondimento: 

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Pipistrelli intorno a noi: una presenza “edificante” Opuscolo