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Da Mengoni a Levante e a Chiara Ferragni: la psicoterapia non è più un tabù e funziona

Quest'anno Sanremo è stato il Festival della psicoterapia: lo psicoterapeuta Enrico Maria Secci spiega quanto sia importante che personaggi famosi raccontino la propria esperienza di cura

Alcuni degli artisti di questa edizione di Sanremo che sono ricorsi alla psicoterapia e lo hanno dichiarato.  Foto Ansa

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Non solo emancipazione femminile e diritti delle donne, antifascismo, pace in Ucraina e libertà amorosa e sessuale. Da Sanremo arriva un importante messaggio sociale: la priorità della salute mentale e sulla psicoterapia. A lanciarlo è stato Marco Mengoni nella sala stampa della kermesse parlando ai giornalisti della propria esperienza terapeutica che ha ispirato anche “Due vite”, il brano trionfatore del Festival. Per il cantante la psicoterapia è scoperta di se stessi, una scoperta necessaria per superare disturbi emotivi, sintomi psicologici e difficoltà esistenziali.

Le testimonianze pubbliche del valore delle cure psicologiche

Ma tra le dichiarazioni a favore della psicoterapia quella del vincitore di Sanremo è solo la più diretta, perché tanti protagonisti dell’Ariston hanno più volte testimoniato pubblicamente il valore delle cure psicologiche e dibattuto contro lo stigma che ancora oggi patisce difficoltà psichiche. A cominciare da Chiara Ferragni. 

Nel 2020  l’imprenditrice digitale e celebrata influencer rivelò di aver intrapreso una psicoterapia con l’Emdr (una tecnica contro le conseguenze dei traumi) diventando di fatto la testimonial del momento delle terapie psicologiche. Non da meno il marito Fedez, che è ricorso ad uno psicoterapeuta in seguito alla diagnosi di tumore e ha catalizzato immancabilmente polemiche condividendo la registrazione live di una parte di una seduta.

A seguire Levante, anche lei sul palco dell’Ariston dopo una depressione post-partum e la difficile elaborazione della morte del padre con l’aiuto della psicoterapia. E ancora Arisa, Kekko dei Modà, Elodie e Giorgia. Tanti altri artisti di questa edizione di Sanremo sono ricorsi alla psicoterapia e lo hanno dichiarato, consapevoli di combattere lo stupido e diffuso pregiudizio che incombe su chi chiede un aiuto psicologico. 

Il coming out psicologico

“Malato”, “stupido”, “egoista”, “debole” e “causa dei tuoi mali”. Ecco cosa può sentirsi dire e come può sentirsi ingiustamente chi soffre d’ansia, panico, fobie, depressione, di disturbi affettivi e relazionali, ecc. Il fenomeno del “coming out psicologico” di cantanti, attori e artisti di successo risponde forse alla necessità di normalizzare la psicoterapia e combattere il pregiudizio che - per ignoranza, vergogna, sfiducia o paura -inibisce la richiesta di un aiuto professionale persino in situazioni estreme.

Come comprendiamo che una società è più sana se i cittadini fanno visite preventive per le patologie organiche più comuni o si sottopongono a controlli in casi di sintomi fisici e a cure se ricevono diagnosi medica dovremmo riconoscere e affermare la legittimità e l’urgenza di visite psicologiche e di psicoterapie per tutti, a cominciare dai primi segnali di disagio.

Ma questo non accade ancora. In Italia la salute mentale è considerata una variabile secondaria mentre la società è impregnata di stereotipi negativi su chi soffre di problemi psichici, sulle cure e persino sui professionisti che curano la mente. Nell’attuale contesto politico e psicosociale le ambasciate dei cantanti di Sanremo a favore della psicologia hanno un grande valore: “sdoganano” le psicoterapie e le rendono sempre più familiari, naturali e opportune davanti all’opinione pubblica.

Bonus Psicologico e psicologo di base

L’operazione “bonus psicologico” è un segnale, come lo sono le proposte dello “psicologo di base” e dello “psicologo scolastico. Tutte bozze, operazioni maldestre ma comunque “semi” di un futuro in cui la salute mentale e le sue cure saranno cose normali e necessarie, come andare dal dentista, dal cardiologo o in visita dermatologica ai primi sintomi o per prevenzione. E farlo per buon senso, senza sentire vergogna. Senza che ce lo dicano la Ferragni, Mengoni e tutti gli altri.

 

17/02/2023