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N-ICE CELLO: un violoncello di ghiaccio per riflettere su ambiente e futuro dell'umanità

NICE CELLO un violoncello di ghiaccio per riflettere su ambiente e futuro dellumanità
di Stefania Elena Carnemolla

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Quando, dopo aver percorso l’Italia, verrà immerso nel mare di Palermo il suo ghiaccio si scioglierà, restituendo al Mediterraneo e, simbolicamente, a coloro che vivono al di là del mare l’acqua che non c’è più e che li spinge a lasciare le loro terre alla ricerca umana, comprensibile, fisiologica dell’acqua. Un mondo senz’acqua è un non-mondo, dove non può nascere nuova vita e dove l’ultima è destinata a spegnersi.

Dove le parole stentano, c’è la musica con il suo linguaggio e i suoi simboli, come il violoncello di ghiaccio che, prima di giungere in Sicilia dopo un tour che attraverserà l’Italia con tappe a Venezia e Roma, il 29 gennaio farà il suo debutto al Museo delle Scienze di Trento. A suonarlo sarà il violoncellista e compositore palermitano Giovanni Sollima, figlio d’arte. Lasciato il suo violoncello, ne suonerà uno di ghiaccio per aiutare a riflettere sul futuro dell’ambiente e dell’umanità.

Le mani che lo hanno costruito sul ghiacciaio Presena in Trentino, presso il Passo Tonale, sono quelle di Tim Linhart, scultore, pittore e liutaio americano, originario del Kansas, con amore per la sperimentazione. Tra le sue mani il ghiaccio è di volta in volta diventato viole, violini, violoncelli, flauti, contrabbassi, chitarre, percussioni, vibrafoni, un organo a canne, strumenti musicali di nuova concezione. Un violoncello di ghiaccio, protagonista di un “viaggio d’acqua, dalle acque dolci del ghiacciaio Presena alle acque salate del Mediterraneo” spiegano gli organizzatori dell’evento “per interrogare e interrogarci su quale sia la via da intraprendere per rendere il nostro stile di vita più sostenibile, affinché sia garantito a tutti il diritto all’acqua, nessuno escluso”.

Esiste un legame diretto tra crisi idriche e fenomeni migratori di massa e tra mancanza d’acqua e conflitti? si chiede, ad esempio, Corrado Bungaro, violinista e direttore artistico del progetto, che ricorda le previsioni dell’ex segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, secondo cui l’accesso alle risorse idriche e il loro controllo potrebbero scatenare le guerre del XXI secolo. “Secondo le stime” spiega “entro il 2050 i cambiamenti climatici, l’accesso limitato all’acqua ed i cataclismi potrebbero portare allo spostamento di un miliardo di persone, i cosiddetti migranti ambientali. Inoltre il riscaldamento globale sembra essere collegato a diversi conflitti. Per esempio, l’accesso limitato all’acqua e il degrado ambientale sono stati identificati come alcune delle ragioni celate dietro al conflitto nel Darfur in Sudan, che ha causato più di 300 mila morti. Non va dimenticato poi come il controllo dei bacini idrografici è oggi causa di 343 conflitti armati nel mondo (Medio Oriente, Africa, Sud Est Asiatico).

I cambiamenti climatici tendono ad avere un impatto maggiore in quei paesi che già si trovano in situazioni di povertà, come sottolineato in un rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. I migranti ambientali non rientrano nella figura di rifugiato riconosciuta dalla Convenzione di Ginevra, per cui a livello di protezione internazionale non hanno alcun diritto e questo fa sì che il sistema internazionale di protezione sia del tutto inadeguato ad affrontare quanto sta avvenendo in questi anni. Le previsioni sul potenziale numero di migranti ambientali entro il 2050 variano da 50 milioni a 350 milioni”.

All’evento di inaugurazione del tour, al Museo delle Scienze di Trento, saranno presenti il direttore, Michele Lanzinger, Christian Casarotto e Valeria Lencioni, rispettivamente glaciologo e responsabile della sezione di ricerca in Zoologia degli invertebrati del museo trentino. A Trento si parlerà, infatti, della “fragilità della risorsa acqua in rapporto al cambiamento climatico” e di quanto il fenomeno stia incidendo su scala globale sul clima e sulla conservazione dei ghiacciai, “una delle riserve di acqua dolce fondamentale per l’umanità”. La ricerca glaciologica è, non a caso, una delle linee di ricerca del museo e questo insieme allo studio delle acque di fusione glaciale, delle sorgenti, della qualità dei corsi d’acqua, degli eventi calamitosi conseguenti ad intense precipitazioni.

Lasciata Trento, il violoncello di ghiaccio attraverserà l’Italia, trasportato su un camion frigo, con il tour che continuerà ad essere documentato da Corrado Bungaro, fino a raggiungere Palermo, ultima tappa di questo progetto on the road con al centro i cambiamenti climatici, le temperature sempre più alte, lo scioglimento dei ghiacciai, le crisi idriche con le tante ed inevitabili conseguenze sociali e umanitarie su scala globale.

 

Abbiamo parlato di:

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17/01/2018