Il 12 maggio, a Cibus 2016, il salone internazionale di Parma sull’alimentazione, si è parlato di pomodoro al convegno Responsabilità e trasparenza di filiera: il sistema pomodoro da industria del Nord Italia promosso da OI Pomodoro da Industria Nord Italia. Un’occasione per illustrare il trend positivo del settore e le linee guida di un “nuovo modello di filiera” all’avanguardia per sostenibilità ambientale, trasparenza e responsabilità sociale”.
OI Pomodoro da Industria Nord Italia è nata nel 2007 e riunisce aziende agricole e trasformazione. Un modello organizzativo interprofessionale che interessa Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, nonché la provincia di Bolzano. Il Nord Italia è, infatti, sin dall’Ottocento il più importante polo nazionale per la produzione e la trasformazione industriale del pomodoro, con il pomodoro OI che rappresenta il 50% del pomodoro trasformato italiano, circa il 25% di quello trasformato in Europa e il 98% di quello prodotto nel distretto. Una realtà importante, la cui materia prima interessa diverse categorie merceologiche – polpa a cubetti, polpa estrusa, polpa fine, passata, semi concentrato, concentrato, doppio concentrato, triplo concentrato, sughi, surgelati, fiocchi – con il pomodoro italiano da industria che nel 2015, secondo uno studio OI Pomodoro da Industria Nord Italia su dati nazionali Istat, ha beneficiato di un export record: 1 miliardo e 536 milioni di euro di prodotto esportato a fronte di importazioni pari a poco più di 157 milioni di euro, fotografia di un’Italia che riesce a “soddisfare” la “domanda nazionale di derivati del pomodoro” e ad imporsi sui mercati esteri. Numeri importanti, richiamati nel convegno di Parma da Pier Luigi Ferrari, presidente di OI Pomodoro da Industria Nord Italia e Guido Conforti del comitato di coordinamento, nonché responsabile del settore derivati del pomodoro della Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, che, cifre a parte, ha voluto ricordare, anche l’importanza, per i consumatori, dell’italianità del pomodoro.
Se export e italianità caratterizzano una realtà che gode di buona salute, contribuisce al quadro l’attenzione di OI Pomodoro da Industria Nord Italia per la responsabilità sociale e la sostenibilità ambientale, un contributo alla tipicità della filiera italiana del pomodoro da industria, “autentico pilastro” come ricordato da Pier Luigi Ferrari “del comparto agricolo nazionale e asse portante del Made in Italy”. OI Pomodoro da Industria Nord Italia è, infatti, la prima filiera agroalimentare ad aver calcolato la Product Environmental Footprint o Impronta Ambientale di Prodotto strumento voluto da Bruxelles, attraverso un documento della Commissione Europea del 9 aprile 2013, per il calcolo del potenziale impatto ambientale di un prodotto durante il suo ciclo di vita.
In ambito OI Pomodoro da Industria Nord Italia, lo studio è stato condotto nella cornice di PREFER – PRoduct Environmental Footprint Enhanced by Regions progetto, finanziato dal programma comunitario LIFE Plus per la sperimentazione di una nuova metodologia europea per la valutazione dell’impronta ambientale di prodotti e servizi, con focus su cartario, moda, tessile, vinicolo, agroalimentare, latte, legno, pomodoro, calzaturiero. Come prodotti rappresentativi del cluster del pomodoro sono stati individuati la passata, la polpa e il concentrato. 800 le aziende agricole e 7 quelle di trasformazione coinvolte fra Emilia Romagna e Lombardia, corrispondenti, rispettivamente, al 69% e al 20% della produzione del distretto. Per il calcolo della PEF sono stati considerati per la produzione di 1 kg di concentrato, 1 kg di polpa e 1 kg di passata, 14 parametri ambientali – fra cui consumi idrici ed energetici, uso di agrofarmaci, emissioni di CO2, riciclabilità del packaging – con l’analisi di tutte le fasi della filiera dal seme alla piantina, dalle pratiche di coltivazione alla raccolta, dal trasporto dal campo agli stabilimenti, dalla trasformazione al trasporto, dal consumo finale del prodotto allo smaltimento dei rifiuti da imballaggio.
Con quali risultati?
Interessante, grazie alla filiera corta – sono in media 60 i chilometri fra il luogo di raccolta e quello di produzione – il quantitativo di emissioni di CO2 prodotte durante il trasporto, mentre per controbilanciare il consumo di acqua ed energia per la trasformazione del pomodoro sono state riutilizzate più volte le acque impiegate nel processo produttivo, ridotte le emissioni di CO2 e prodotta energia elettrica da fonti rinnovabili. Solo per produrre 400 gr di passata il consumo idrico è, infatti, quello di una doccia, quello energetico pari a quello per un ciclo di lavaggio con una lavatrice di classe A e le emissioni di CO2 in atmosfera quelle di un’autovettura di media cilindrata che percorra 1,5 km. La valutazione dell’impatto ambientale del packaging in vetro, lattina e brick in materiali poliaccoppiati, ha, invece, suggerito per il futuro l’uso di imballaggi più sostenibili.
L’impegno ambientale di OI Pomodoro da Industria Nord Italia si traduce anche nella coltivazione di pomodoro per il 96% a produzione integrata, ossia con l’impiego di una “ristrettissima lista di agrofarmaci”, e per il 4%, a produzione biologica, nonché con la metà dei campi di irrigati a goccia. Fra le altre misure della filiera, droni e sonde nel terreno per irrigazione solo in caso di necessità, ottimizzazione della fertilizzazione attraverso fertirrigazione a goccia e bollettini informativi via sms, innovazione tecnologica degli impianti e ottimizzazione dell’efficienza energetica.
Per l’estate OI Pomodoro da Industria Nord Italia si prepara a lanciare l’iniziativa Scendiamo in campo per il pomodoro: campagne e fabbriche aperte, un invito ai consumatori a visitare i campi dove si coltiva e raccoglie il pomodoro, nonché gli stabilimenti dove viene lavorato e da dove arriva sulle tavole.
Abbiamo parlato di:
Cibus 2016 Website Twitter Facebook
OI Pomodoro da Industria Nord Italia Website
Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari Website
PREFER – PRoduct Environmental Footprint Enhanced by Regions Website