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Quando ci si lascia, sofferenza o idealizzazione dell'ex?

Quando ci si lascia sofferenza o idealizzazione dellex
di Caterina Steri

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Le storie d’amore possono finire. Se la decisione viene presa da entrambe le parti poco male e la situazione viene vissuta come una liberazione reciproca. Quando invece si viene lasciati, la rottura può causare una lacerante ferita, un vero e proprio lutto che si protrae a lungo se non si corre ai ripari.

Ci sono poi dei casi in cui anche se non si è innamorati e si viene lasciati si soffre. Come mai? Molte persone tendono a rimanere legate alle abitudini, seppure distruttive, hanno paura di restare sole, tendono ad idealizzare la persona con cui stavano. Sopratutto perché la si reputa superiore a se stesse e indispensabile per la propria vita.

L’idealizzazione potrebbe esser frutto dell’innamoramento, ma questa tende a ridursi quando si passa alla fase dell’amore. Non sempre accade così, tant’è che, pure quando si viene lasciati, l’oramai ex partner viene tenuto su un piedistallo.

L’idealizzazione dell’altro quando si protrae potrebbe essere inversamente proporzionale alla propria autostima e aumentare con il senso di colpa. Più non crediamo nelle nostre risorse e non ci vogliamo bene, più ci convinciamo di avere bisogno dell’altro, migliore di noi, per andare avanti, per fare le cose al nostro posto e porsi continuamente in una posizione superiore alla nostra.

In altre occasioni si idealizza il proprio ex perché non si ha mai avuto uno veramente soddisfacente e si è costretti a costruirne uno ideale. 

Per non cadere nella trappola della idealizzazione dell’ex, potete chiedervi se la storia era veramente così bella come pensate, o se c’erano dei difetti e delle lacune che avete sempre fatto finta di non vedere pur di trascinare la relazione.

Concentratevi poi sulle risorse e le cose positive che avete, piuttosto che su quelle che non avete.

Impegnatevi a far riemergere un’identità del tutto personale che non riguarda più quella di coppia.

Se idealizzate il vostro ex, non riuscirete mai a trovarne un altro che reggerà il confronto con esso o  cercherete un suo surrogato, precludendovi la possibilità di trovare il vero amore.

Nel momento in cui realizzerete che la sofferenza che provate è più il frutto di un’idealizzazione che della perdita in se dell’altro, essa scomparirà quasi immediatamente.

Se invece vi renderete conto che la vostra sofferenza è reale perché vi sentite legati sentimentalmente all’altro, allora avrete bisogno di attraversare il dolore per elaborare la perdita.

 

21/07/2015