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Scandalo gas di scarico, la Commissione Europea fa marcia indietro

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Una bilancia: su un piatto una commissione d’inchiesta comunitaria sullo scandalo dei gas di scarico dei veicoli a diesel, sull’altro il tetto delle emissioni che viene alzato del 110%, dando così respiro alle case automobilistiche. È quanto accaduto a Strasburgo, al Parlamento Europeo, e a Bruxelles, sede della Commissione Europea. Prima il bene delle case automobilistiche, questa, la decisione, della Commissione Juncker, con l’innalzamento delle emissioni giustificato come una conseguenza dell’introduzione del nuovo test in condizioni di guida reali poiché nessuna casa automobilistica sarebbe rientrata nei parametri. 

A ottobre, dopo lo scandalo Volkswagen, gli eurodeputati avevano chiesto alla Commissione Europea, accanto all’istituzione di una’autorità di vigilanza, di monitorare le indagini sulle frodi nelle prove di emissione dei veicoli, di sanzionare i responsabili “in maniera appropriata”, di introdurre un nuovo test per il calcolo delle emissioni – non solo di NOx, ma di tutti gli inquinanti – in condizioni di guida reale e capace di garantire il rispetto dei limiti e individuare i veicoli a rischio sforamento. 

Gli eurodeputati avevano altresì invitato le autorità nazionali alla “tolleranza zero” in caso di “contraffazione dei test di laboratorio”. Nel mirino pratiche come il “gonfiamento eccessivo dei pneumatici”, la “rimozione degli specchietti retrovisori esterni”, la “copertura degli spazi tra i pannelli della carrozzeria” per la “resistenza aerodinamica”, la “rimozione di apparecchiature” come “l’impianto stereo”, quindi l’esecuzione di prove alla massima temperatura ambientale autorizzata. Trucchi che Tiscali aveva svelato.

Il 21 gennaio il Parlamento Europeo ha, intanto, nominato i 45 membri della commissione d’inchiesta sulla “violazione delle norme comunitarie in materia di prove di emissioni auto dei costruttori di automobili”. La commissione indagherà sul ruolo e le responsabilità della Commissione Europea e degli Stati membri, cui verrà chiesto di svelare ciò che “sapevano di queste violazioni”, se fossero a conoscenza, cioè, dei “meccanismi di manipolazione” adottati dalle case automobilistiche per aggirare norme e controlli. Tre giorni prima gli eurodeputati, dopo l'allarme lanciato dalla commissione Ambiente, avevano discusso della possibilità di porre un veto sulla proposta della Commissione Europea di allentare i limiti alle emissioni dei veicoli diesel, invitando, il 19 gennaio, la Commissione Juncker a presentare una nuova proposta sui limiti alle emissioni diesel e una seconda su un “sistema più efficiente” per “omologare i veicoli” in ambito comunitario, nonché a “implementare rapidamente la procedura dei test sulle emissioni in condizioni reali di guida” per “ridurre i livelli di emissioni”. A fare muro, Elźbieta Bieńkowska, commissario europeo al mercato interno e industria, evidenziando che un “veto sulle misure proposte” avrebbe prolungato “l’odierno regime, insoddisfacente, di test sulle auto”.

Se un test aderente alle reali condizioni di guida era necessario, l’innalzamento delle emissioni è stato bollato come una mano ai costruttori, ciò che ha ridato fiato a chi, in particolare dopo lo scandalo Volkswagen, aveva parlato delle pressioni del mondo automobilistico sulla Commissione Europea. Nonostante l’istituzione di una commissione d’inchiesta, il 3 febbraio il Parlamento Europeo ha respinto a maggioranza, con il Partito Popolare Europeo ricompattatosi a difesa dell’industria dell'auto, la proposta della commissione Ambiente, con i costruttori che potranno ora respirare, non così l’ambiente e i consumatori che continueranno a trovare sul mercato veicoli poco sostenibili, perché ci vorranno anni prima che le case automobilistiche si adeguino. Ricerca e innovazione costano, e se aggirare i test, truffando il mercato, ha consentito alle case automobilistiche di risparmiare, dopo lo scandalo Volkswagen, occorreva trovare un'altra soluzione, convincere, cioè, la Commissione Europea ad alzare i limiti per rientrare nelle nuove procedure di controllo. Una ciambella di salvataggio che la Commissione Juncker, trovando sponde fra gli eurodeputati, ha lanciato senza battere ciglio.

“Il Parlamento Europeo, a trazione tedesca” così una critica “ha approvato il raddoppio dei limiti consentiti condonando le truffe”.

Durissima anche Legambiente, che proprio in questi giorni ha pubblicato il Dossier Mal’Aria 2016 sull’inquinamento atmosferico e acustico delle città italiane. “Quello che è avvenuto oggi a Bruxelles” così il direttore generale Stefano Ciafani “è veramente assurdo e grave, è una scelta che va deliberatamente contro l’ambiente e la salute dei cittadini ed è solo a favore delle lobby automobilistiche. Mentre gli Stati Uniti diffidano e comminano multe alle case automobilistiche che non rispettano le regole, l’Europa invece dimostra di non aver imparato nulla dalle lezione Dieselgate-Volkswagen e di non vedere l’emergenza smog che attanaglia tante città europee, autorizzando il raddoppio dei limiti delle emissioni dei veicoli. È evidente che si ragiona in termini di condoni: come i condoni edilizi premiano i furbi che si costruiscono le case senza autorizzazione, così prevedere un raddoppio dei limiti delle emissioni per gli ossidi di azoto (NOx) dei veicoli a diesel, che ora passeranno da 80 mg/Km ad oltre 160 mg/Km fino al 2021, significa premiare i furbi a discapito dell’innovazione e della qualità sulle quali le case automobilistiche dovrebbero puntare. Per contrastare l’inquinamento atmosferico servono anche limiti delle emissioni più stringenti, controlli pubblici più efficaci per evitare che i furbi la facciano franca, e una corretta e completa informazione su inquinamento e consumi”.

Anche 21 europarlamentari italiani, ha denunciato Legambiente, pubblicando i loro nomi sul sito, si sono schierati a fianco della Commissione Europea e dell’industria automobilistica, nonostante l’invito a votare contro l’innalzamento dei limiti di emissione. “Cè il pericolo” aveva avvertito il presidente nazionale Rossella Muroni “che le lobby automobilistiche colpiscano ancora, rischiando di far approvare limiti più permissivi, addirittura del doppio rispetto a quelli vigenti. Se ciò accadesse, sarebbe veramente grave e del tutto assurdo, anche rispetto a quanto accaduto nei mesi scorsi con la vicenda Dieselgate-Volkswagen. Abbiamo bisogno di regole più severe e incisive e di una loro migliore applicazione sulle emissioni, di una loro verifica con test su strada delle auto, ma anche di un’informazione completa su inquinamento e consumi”.

E se prima della seduta del 3 febbraio, grande era l’apprensione della Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, diverso, il clima, dopo il voto contrario alla proposta della commissione Ambiente, accusata di aver rischiato di “mettere in seria difficoltà la competitività del settore e la capacità di raggiungere i target previsti – avendo bisogno di un orizzonte temporale chiaro che assicuri i tempi tecnici per la predisposizione dei consistenti investimenti necessari”.

L’industria automobilistica ha chiesto e ottenuto tempo per poter introdurre nei suoi motori a diesel “pesanti modifiche” a fronte di ingenti gli investimenti e su un arco temporale lungo. Né è un caso che, bocciata a Strasburgo, la proposta della commissione Ambiente, l’Associazione Nazionale Filiera Automobilistica Italiana abbia pubblicamente ringraziato il “Governo italiano e gli Eurodeputati italiani per il supporto fornito al settore automotive durante l’iter di sviluppo del provvedimento”, giudicando positivamente la mossa della Commissione Europea, con l’innalzamento della soglia delle emissioni inquinanti, per aver saputo coniugare i “benefici ambientali del nuovo approccio nel calcolo dei limiti alle emissioni dei veicoli” ai “tempi necessari all’industria automotive per adeguarsi”.

Nel frattempo, inquinamento sia.


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Scandalo Volkswagen Articolo Tiscali

Ecofurbizia e mondo dei motori: ecco come le case automobilistiche truccavano i test Articolo Tiscali

Elźbieta Bieńkowska Scheda

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Dossier Mal’Aria 2016 – Legambiente Documento

Voto Bruxelles emissioni auto Nota Legambiente

Associazione Nazionale Filieria Industria Automobilistica Website