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Tempo per smettere di fumare?

di Caterina Steri

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 Non so se sia un caso o meno, ma ultimamente mi capita di parlare con persone che hanno deciso di smettere di fumare.

Alcuni lo fanno gradualmente, altri drasticamente da un momento all’altro. Qualcuno ricadrà nella trappola del fumo e altri invece ne usciranno per sempre.

Da persona anti-fumo che sono, non potrei fare altro che incoraggiare e complimentarmi con chi decide di darci un taglio. Anche se non vedo necessario il motivo di iniziare ad essere schiavi di una tossicodipendenza (perché di questo si tratta), che è sgradevole sin dal primo momento in cui se ne fa esperienza. Io stessa da adolescente ho provato la sigaretta, ma è stato talmente fastidioso per via del sapore di “catrame” e del doloroso senso di soffocamento che arrivava sino ai polmoni che decisi di non farne più esperienza. Con questo non voglio dire di essere stata più brava di tutte quelle milioni di persone che fumano, però sono contenta di non esser caduta in quella trappola. Forse sono stata più fortunata perché riprendendo Allen Carr (2009) “quelli che trovano la prima sigaretta orribilmente disgustosa e i loro polmoni non riescono a tollerarla sono fortunati: è questo che li salva; oppure il non esser mentalmente pronti a sopportare il difficile processo di imparare a inalare il fumo senza tossire”.

Senza contare il sapore sgradevole, la puzza di fumo addosso, i costi alti e i vari problemi di salute causati dalla sigaretta.

Per questo ho deciso di appoggiare quei vari amici che stanno decidendo di smettere.

E per questo, mi piace lavorare con i pazienti che tentano il cambiamento anche in questo senso, ovvero che sfruttano la psicoterapia per smettere di fumare.

Ebbene si, una decisione del genere può essere affrontata con mille sfaccettature anche nello studio di uno psicoterapeuta affrontando i vantaggi e gli svantaggi del fumo, i rituali e magari facendo un bel funerale alla sigaretta. Anche in questo caso, così come ad esempio per i disturbi d’ansia possono essere previste un numero ben definito e non infinito di sedute in cui l’obiettivo deve essere raggiunto. In questo modo il processo di psicoterapia è reso ancora più concreto di quanto non lo sia già.

Naturalmente, come per qualsiasi tipo di cambiamento occorre tantissima buona volontà e fermezza! Come al solito, il terapeuta aiuta, ma non fa il lavoro al posto dei pazienti.

Per restare in tema di aiuti per interrompere la dipendenza da sigaretta, sono sicura che tanti conoscono il libro “E’ facile smettere di fumare se sai come farlo” del già citato Allen Carr. Un uomo che per anni ha fumato dalle 60 alle 100 sigarette al giorno finchè ha deciso di smettere e di condividere la sua esperienza con il resto del mondo (più di 10.000.000 di copie sono state vendute e tradotte in svariate lingue).

Numerose persone sono state aiutate dalla lettura di questo libro che in modo naturale descrive la dipendenza dalla sigaretta secondo i punti di vista di cui quasi sempre i fumatori non tengono conto. Forse perché se li considerassero smetterebbero di fumare. Ma la paura di interrompere è sempre tanta, il pensiero di stare soli senza la sigaretta e di tutto il rituale che la circonda provoca angoscia e sembra quasi impossibile farne a meno. E’ per questo che il pensiero di staccarsene non è ammesso, tanto meno tutto ciò che annulla il valore della piccola falsa-amica ciminiera. Solo chi è veramente intenzionato a smettere arriva fino alla fine della lettura del libro seguendone le istruzioni, altrimenti lo abbandona prima.

Un po’ come succede in psicoterapia, se ci pensate bene.

Comunque sia, si può uscire anche dalla gabbia della dipendenza da fumo: è sempre la voglia di farlo che deve prevalere sul resto.

08/08/2012