Per tutti resterà il bellissimo Tadzio di Morte a Venezia e, ironia della sorte, proprio il ruolo che gli dette fama mondiale era odiato da Björn Andrésen. L'attore e musicista svedese noto per il suo ruolo giovanile nel celebre film di Luchino Visconti del 1971, è morto all'età di 70 anni sabato 25 ottobre. Lo ha annunciato al quotidiano svedese 'Dagens Nyheter' Kristian Petri, co-regista di The Most Beautiful Boy in the World (Il Ragazzo Più Bello del Mondo), un documentario del 2021 dedicato l'attore. La causa della morte non è stata rivelata.
Il soprannome odiato
Andrésen si era fatto conoscere come enfant prodige all'età di 15 anni proprio in Morte a Venezia, adattamento dell'omonimo romanzo del 1912 di Thomas Mann. Aveva dato il volto a Tadzio, di cui un uomo più anziano interpretato da Dirk Bogarde si innamora. Alla première del film, Visconti definì Andrésen "il ragazzo più bello del mondo", un soprannome che lo accompagnò per tutta la vita, con suo grande disappunto. Dopo l'uscita del film - ricorda The Holywood Reporter - Visconti non parlò più con Andrésen, e l'attore parlò apertamente di come l'etichetta di "più bello" lo avesse influenzato sia a livello personale che professionale. "Mi sentivo come un animale esotico in gabbia", dichiarò al Guardian nel 2003. Quattro anni fa, in un altro articolo sul Guardian, affermò che se fosse stato ancora vivo avrebbe detto a Visconti di 'andare al diavolo'. Andrésen accusava il celebre regista di non essersi mai curato dei suoi sentimenti e di averlo esposto troppo presto a un mondo adulto e spietato.
La carriera musicale
Nato a Stoccolma nel 1955, desideroso di smentire le voci sulla sua presunta omosessualità e di scrollarsi di dosso l'immagine di "bel ragazzo", Andrésen evitò per il resto della sua vita ruoli omosessuali o parti che riteneva puntassero esclusivamente sul suo aspetto fisico. Si indignò inoltre quando la scrittrice femminista Germaine Greer utilizzò una sua fotografia per la copertina del libro 'Il ragazzo' (2003), senza averne richiesto il permesso.
Dopo il successo di 'Morte a Venezia', Andrésen tentò di costruirsi una carriera musicale: fu pianista, compositore e perfino pop star in Giappone, dove incise dischi e si esibì con la band Sven Erics. Si racconta che l'autrice giapponese di manga Riyoko Ikeda si sarebbe ispirata al suo volto per creare il personaggio androgino di Lady Oscar.
Un uomo sfortunato
La sua vita privata fu segnata da tragedie: il padre morì in un incidente quando era bambino, la madre si tolse la vita quando lui aveva dieci anni, e molti anni dopo perse il figlio Elvin, morto a soli nove mesi per morte improvvisa.
Nel 2021 il documentario 'Il ragazzo più bello del mondo', diretto da Kristian Petri e Kristina Lindström, riportò Andrésen al centro dell'attenzione internazionale. Il film, premiato al Sundance Film Festival, raccontava la sua storia di dolore e resilienza, offrendo il ritratto di un uomo fragile ma coraggioso, segnato per sempre dal peso di un'immagine che non aveva scelto. L'opera nel 2022 vinse il premio come Miglior documentario televisivo europeo dell'anno al festival Prix Europa.
Il documentario sulla sua vita
Kristian Petri ha affermato di aver conosciuto Björn Andrésen per quasi quarant'anni prima di girare 'Il ragazzo più bello del mondo'. "Le nostre strade si erano incrociate a Stoccolma, e avevo anche realizzato una serie tv per bambini con lui: ci siamo divertiti moltissimo lavorando insieme - ha detto Petri - Per la mia generazione, 'Morte a Venezia' e l'epiteto 'il ragazzo più bello del mondo' erano qualcosa di molto importante e qualcosa da cui Björn non riuscì mai a liberarsi. Era sempre lì, nel bene e nel male. Ma notavo che, allora, non aveva alcuna voglia di parlarne”. Nel corso della sua carriera, Andrésen prese parte a più di trenta film e serie televisive, tra cui una breve apparizione in 'Il viaggio dei dannati' (2019) di Ari Aster. Lascia una figlia, Robine, nata dal matrimonio con la poetessa Susanna Roman.