A tutti quelli che storcono il naso al sentire locuzioni come la capitana o la portiera, non si stancano di rispondere gli esperti di linguistica italiana. Ma la riposta migliore è quella che ha dato l'allenatore della nazionale femminile di calcio, Andrea Soncin, davanti al presidente della Repubblica che ha chiamato al Quirinale le Azzurre dopo il loro ottimo risultato, al netto della delusione finale, agli Europei in Svizzera. Come aveva già fatto durante il torneo perso alle semifinali, l'allenatore ha parlato a nome del gruppo usando il femminile nel suo bellissimo intervento nella cornice del Colle.
“Siamo tornate”
Rivolgendosi a Mattarella, Soncin ha parlato proprio al femminile: "Signor Presidente, è un onore incontrarla a nome di tutte noi. Abbiamo regalato alcuni momenti di gioia e condivisione ai nostri connazionali. Abbiamo sentito il cuore del nostro Paese stringersi intorno a noi. La nostra è stata una sorta di campagna culturale che ha avuto il merito di accendere i riflettori sul calcio giocato dalle donne, dando speranze e prospettive nuove alle tante bambine che desiderano giocare a calcio". E ancora: "Siamo tornate senza medaglie e senza una coppa da mostrare ma il cuore pieno di orgoglio per aver scritto una bellissima pagina di una storia che è soltanto all'inizio".
Il cuore e le regole
Non era mai successo che un uomo, in una sede istituzionale, parlasse usando il femminile estensivo violando la regola grammaticale. Perché, in base alla norma, basta che in un gruppo femminile ci sia un maschio perché si adoperi il maschile estensivo. Un gesto bello e apprezzato da tante associazioni femminile che, anche sui social, non smettono di condividere il discorso di un uomo che, tra l’altro, alla domanda “tornerebbe al calcio maschile?”, ha risposto così: “Non tornerei al calcio degli uomini, perché le connessioni che si creano con le ragazze sono uniche. C’è una lealtà, una passione, un rispetto infiniti. Sono in paradiso”. Ma questa è un’altra storia.
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