La regina degli scacchi esiste veramente e non è Beth Harmon della celebre serie tv trasmessa su Netflix, bensì Anna Muzychuk, una ragazza ucraina dal grandissimo talento e dal carattere deciso.
Dal 2003 al 2010 ha conquistato due campionati ucraini, un campionato mondiale under 16 e un mondiale juniores. Nel 2014 ha vinto la medaglia d’oro nel campionato mondiale lampo femminile. Dopo due anni ha invece conquistato il premio per la miglior giocatrice donna all‘Open magistrale a Gibilterra. A settembre dello stesso anno, alle Olimpiadi scacchistiche femminili con la squadra dell’Ucraina, è riuscita a conquistare la medaglia di bronzo a squadre e la medaglia d’oro individuale. Sempre nel 2016, a Doha, ha primeggiato aggiudicandosi il titolo di campionessa del mondo.
Anna, occhi azzurri e viso angelico, però, non è solo una fuoriclasse degli scacchi ma in questi anni si è fatta portavoce dei diritti delle donne ed è diventata simbolo contro le disparità di genere. Una presa di posizione che nel 2017 l’ha portata a rinunciare al mondiale in Arabia Saudita e a un montepremi da capogiro.
A febbraio del 2017 Anna, al contrario di altre colleghe, accettò di indossare lo hijab e di partecipare ai mondiali di scacchi in Iran ma senza esitazione ha successivamente rinunciato alla partecipazione al mondiale in Arabia Saudita dichiarando sui social: "Ho deciso di non andare in Arabia Saudita. Per non giocare secondo le regole di qualcun altro, per non indossare l’abaya (un lungo vestito che copre per intero il corpo della donna, ndr), per non essere necessariamente scortata quando sono fuori, per non sentirmi una creatura di seconda categoria".
La campionessa aveva inoltre dichiarato: “Ho rinunciato a un guadagno superiore a quello che potrebbero darmi 12 eventi simili. Questa è una presa di posizione per far valere i diritti in cui crediamo, la cosa più terribile è che sembra non interessare a nessuno”.
La Federazione mondiale scacchi provò in tutti i modi a farle cambiare idea e si arrivò persino a un accordo con il governo arabo per far vestire le giocatrici con abiti abbottonati fino al collo. Ma Anna non volle sentire ragioni e rinunciò definitivamente a due medaglie d’oro praticamente sicure.
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