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Se il padre si innamora della fidanzata del figlio e ne nasce una torbida passione: “Il danno” è servito e le conseguenze saranno devastanti

"Il danno" di Josephine Hart è un romanzo da 5 milioni di copie da cui è stato tratto il famoso film con Juliette Binoche e Jeremy Irons. Vi aspetta un pieno di emozioni travolgenti

Se il padre si innamora della fidanzata del figlio e ne nasce una torbida passione Il danno è servito e le conseguenze saranno devastanti

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Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere…non hanno pietà." Credo stia principalmente in questo concetto il motivo del successo mondiale del libro di Josephine Hart (1991, Feltrinelli Editore) “Il danno”. 5 milioni di copie. Ne hanno poi prodotto un film, raffinato certo, è di Louis Malle. Racconta la storia. Una giovane bella, distaccata e dal passato torbido, (scopriremo che da ragazzina è stata con il fratello che poi per lei si è suicidato), Juliette Binoche, è fidanzata con un banale rampollo dell’alta società inglese. Poi a un party ne conosce il padre, Jeremy Irons, qui più affascinante che mai, e tra i due scatta subito un’intesa carnale, segreta e disperata, che crea disastri intorno a loro. Il ragazzo li scopre a letto: indietreggia per lo sgomento, cade dalle scale. E muore.

Ma il libro racconta molto di più

Con stile asciutto e veloce Hart mette in scena, con riflessioni continue, le catene infernali della passione, il freddo dell’anima, il vuoto dell’esistenza. “Lentamente il dolore si stanca e si addormenta, ma non muore mai.”  Hart crede che la sofferenza aiuti a difendersi meglio: “Un’infanzia felice non potrebbe essere la peggiore preparazione alla vita? Come portare un agnello al mattatoio.”

Una tragedia contemporanea

Una tragedia contemporanea, non greca ma ambientata a Londra, nell’upper class, senza coro, esistenzialista e dai toni secchi. Sul dolore, che ci corazza. Anche se non ci libera, lei lo sa bene. Nessun colpo d’ala. “Quando ci affliggiamo per quelli che muoiono giovani - quelli che sono stati derubati del tempo - piangiamo le gioie perdute. Piangiamo occasioni e piaceri che noi stessi non abbiamo mai conosciuto. Ci sentiamo sicuri che in un modo o nell'altro quel corpo giovane avrebbe conosciuto il dolce struggimento che per tutta la vita noi abbiamo cercato invano. Crediamo che l'anima inesperta, chiusa dentro la sua prigione, avrebbe potuto involarsi verso la libertà e conoscere la gioia che noi stiamo ancora cercando.” Un libro forte, che scende in fondo, è lì rimane. Siete avvisati.

 

14/04/2023