"Quaderno proibito": il diario segreto di una casalinga perfetta con un marito distratto
Nella recensione di Gabriella Carmagnola, la storia di Valeria casalinga perfetta di 43 anni che fa i tortellini a mano, ha due figli e i suoi segreti li scrive nel diario

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Una vita di figli, marito, lavoro in casa e anche fuori casa con orari pesanti, ma è tutto scontato. Capita a molte. “Quaderno proibito”, della scrittrice italiana Alba de Céspedes (1950, Mondadori) è un’accusa feroce, anche se all’apparenza garbata.
L'enorme successo
Il libro ebbe un enorme successo: anticipava il fermento del ’68. Poi fecero un film di maniera con Lea Massari e adesso è appena uscita una nuova ristampa del libro. Ancora attuale. È il diario di Valeria, casalinga perfetta di 43 anni che fa i tortellini a mano, ha due figli e un marito distratto. Ma è anche segretaria perfetta, un doppio stipendio serve. Però si chiede: “Non è possibile che tutto sia già finito, alla mia età; le giornate sono squallide, le notti solitarie”.
“Ne ho abbastanza di faticare per tutti, non sono più una bambina, ho diritto a riposarmi”.
Si pettina e veste bene per andare in ufficio, aspetta l’autobus, è innamorata del capo, inizia una relazione ma poi capisce che è solo per evasione. Punta sulle competenze: “stenografia, dattilografia, contabilità, scrivere correttamente in francese... Non è così facile prendere il mio posto.” E pensa, rivolta alla figlia: “Non capisce che sono stata proprio io a renderla libera, io con la mia vita dilaniata tra vecchie tradizioni rassicuranti e il richiamo di esigenze nuove. È toccato a me. Sono il ponte di cui lei ha approfittato, come di tutto approfittano i giovani: crudelmente, senza nemmeno avvedersi di prendere, senza darne atto. Adesso posso anche crollare.” La salva il suo diario, quel quaderno segreto, che scrive di notte. Sa che la sua scrittura è un atto eversivo, troppi segreti, uno spazio di libertà. Eppure scrive, fino a che le è possibile: “tutte le donne nascondono un quaderno nero, un diario proibito. E tutte debbono distruggerlo.”
E noi non possiamo non volerle bene: via via che la conosciamo diventa un’amica. Forse assomiglia a nostra madre. Oppure, ancora oggi, a noi.
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