La guerra vista con gli occhi di un bambino orfano: il primo romanzo di Italo Calvino
”Bombardamenti e minestre nella baracca, carcerieri e piani di fuga, scherzi e tradimenti. E la sorella prostituta che va anche con i tedeschi": Calvino aveva 23 anni quando scrisse "Il sentiero dei nidi di ragno"

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La guerra da dentro, vista con gli occhi di un bambino, orfano, si chiama Pin. “Il sentiero dei nidi di ragno”, romanzo d’esordio di Italo Calvino (1947, Einaudi), uno dei più grandi scrittori del ‘900, autore delle “Lezioni Americane”, che unisce fantastico e razionale, e ha lasciato un segno nella storia della letteratura e del pensiero.
Scritto a 23 anni, il libro racconta una Resistenza che è fatta di scene di lotta e di sopravvivenza da parte di bande partigiane temerarie e scalcagnate. Fra loro c’è chi ha grandi ideali, chi è lì perché non sa dove altro andare, chi perché “Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo. ”Bombardamenti e minestre nella baracca, carcerieri e piani di fuga, scherzi e tradimenti. E la sorella prostituta che va anche con i tedeschi".
Ambientato sulle colline della Liguria, ascoltiamo con Pin i loro discorsi: questa guerra “servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi.” Di Pin non si cura nessuno, lo terranno con loro fino a che non darà troppo fastidio. Possiede solo una pistola scassata e nascosta vicino a luogo segreto: il luogo in cui i ragni vanno a fare il nido. Caso unico al mondo e solo per lui, “nessuno sa quel posto, è un posto solo di Pin, un posto magico. Questo lo rassicura molto. Qualsiasi cosa accada, ci sono le tane dei ragni e la pistola sotterrata.” Pin ha bisogno, un po' come tutti, di qualcosa in cui credere e di qualcuno da amare. Così alla fine, trovata la pistola e immaginato di aver trovato la tana dei ragni, si affiderà al Cugino, non perché sia un grande amico, - e infatti non lo è - ma pensa: “E’ bellissimo aver trovato il Cugino che si interessa ai nidi di ragno.” Perché Pin sa che “è l’ultima persona che gli resti al mondo. (…) Ora camminano per la campagna e Pin tiene la sua mano in quella soffice e calma del Cugino, in quella gran mano di pane. (…) E continuano a camminare, l’omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenendosi per mano.”
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