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Anna Magnani, senza padre e abbandonata dalla madre trasformò il dolore in arte e divenne mito

La grandissima attrice nacque a Roma da padre ignoto e venne abbandonata dalla madre in tenera età. La sua vita travagliata, l’amore per il cinema, la storia con Rossellini, l’Oscar, la rivalità con la Bergman e il dramma di Vulcano. Il grande regista che corse al suo capezzale. La sua storia

di Ignazio Dessì

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L’imminente uscita del film Anna. Una storia privata, diretto e interpretato da Monica Guerritore, in sala dal 6 novembre 2025, ricolloca sotto i riflettori una delle gemme più preziose del cinema italiano: Anna Magnani. Induce a ripercorrere la vita travagliata, i successi, gli amori, le gioie e i patimenti di un personaggio più unico che raro. La sua è la storia di una grande attrice e di una grande donna che non volle mai farsi domare.

A più di cinquant’anni dalla morte, la leggenda di Nannarella continua a bruciare come il fuoco che le ardeva dentro. L’uscita della nuova opera cinematografica a lei dedicata riporta alla memoria la vicenda di una donna che ha fatto del dolore e della verità le sue armi più potenti, trasformandole in fulgore artistico e mito.

Le origini di un’anima inquieta

Anna Magnani nacque a Roma il 7 marzo 1908, figlia di madre italiana e padre ignoto. Una ferita, questa, che la accompagnerà per tutta la vita. Abbandonata dalla mamma– partita per l’Egitto – crebbe nella casa della nonna materna, in una famiglia povera ma intrisa di calore popolare e spirito romano. Ed è lì, probabilmente, che nasce quella voce roca, quell’ironia spigolosa, quella sincerità disarmante che la renderanno unica.

La maternità e il coraggio della solitudine

Da giovane sognava il palcoscenico, e con fatica entrò all’Accademia di Arte Drammatica. Gli inizi furono difficili, ma il talento esplose presto. Nel 1942 ebbe un figlio, Luca, da un attore che però la lasciò subito. Anna affrontò la maternità da sola, come sempre aveva fatto nella vita: a testa alta e con fierezza.

Il cinema e l’amore tempestoso con Rossellini

Il destino della Magnani s’intrecciò ad un certo punto con quello di Roberto Rossellini, uno degli amori più intensi e burrascosi della sua vita. Insieme diedero vita a un sodalizio artistico e sentimentale travolgente. Con lui interpretò Roma Città Aperta (1945), il capolavoro del neorealismo. La scena in cui, nei panni di Pina, corre dietro al camion dei tedeschi e viene falciata da una raffica di mitra rimane una delle più commoventi della storia del cinema mondiale. E come ha osservato qualcuno, in quel grido disperato, Magnani non recitava: viveva.

La rivalità con Ingrid Bergman e il dramma di Vulcano

Ma l’amore con Rossellini finì in modo clamoroso. Il regista si innamorò infatti dell’attrice svedese Ingrid Bergman, e la relazione scatenò uno scandalo internazionale. La ferita per Anna fu profonda. Quando Rossellini e Bergman girarono Stromboli nelle isole Eolie, Magnani rispose con orgoglio e rabbia, accettando di interpretare Vulcano, girato sull’isola accanto. Due film, due donne, due vulcani che si fronteggiavano a distanza. Era la vita che infrangeva il debole diaframma e diventava cinema.

Il trionfo e l’Oscar

Nonostante il dolore, Magnani proseguì la sua carriera con successo straordinario. Nel 1955 vinse l’Oscar come miglior attrice protagonista per La rosa tatuata di Daniel Mann, accanto a Burt Lancaster. Fu la prima interprete non anglofona a ricevere l’ambita statuetta, seguita da un lungo applauso di Hollywood per quella donna che incarnava il cuore e la tempesta dell’Italia. Nella sua carriera ottenne anche un David di Donatello, un Nastro d’Argento e il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia.

Gli ultimi anni e l’addio

Negli anni ’60 e ’70, Anna diradò le apparizioni, ma restò una presenza immensa nella cultura italiana. Malata, visse gli ultimi tempi in riservatezza nella sua casa romana. Quando stava per morire, Roberto Rossellini corse al suo capezzale, e fu lui a occuparsi delle esequie, insieme al figlio dell'attrice, Luca Magnani. Morì il 26 settembre 1973, a Roma, la città che l’aveva generata e non l’ha mai dimenticata.

Eredità di una donna vera

Anna Magnani non fu solo un’attrice: fu la voce della dignità, della passione, della verità senza compromessi. In un mondo che spesso le chiedeva di essere dolce, lei scelse di essere autentica. Come disse una volta: “Io so’ fatta male, ma non me ne importa niente. Io so’ viva”.

E quella vitalità, ancora oggi, continua a vibrare nei suoi film, nei suoi sguardi e nel mito indimenticabile di una donna che non volle mai farsi domare, e cercò di vivere la sua vita all'insegna della libertà.