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Alimentazione e manipolazione dei ragazzi: "Non mangiate e starete meglio", la denuncia shock di "Club Zero"

Il film più provocatorio di Cannes 2023 parla di una professoressa che plagia i suoi studenti fino a creare una setta e convincerli a mangiare sempre meno per salvare il pianeta, fino alle estreme conseguenze. Una denuncia del disagio sociale di una generazione talvolta fragile che cade nelle mani di folli guru

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Nei grandi appuntamenti festival c’è sempre la scheggia un po’ fuori dalle righe, il film provocatore, radicale, che prova a imboccare strade più impervie, imponendo un proprio pensiero su argomenti reali, complessi, della nostra società. Lo fa a costo di essere poco digeribile, estraneo ad una omologazione narrativa. A volte può piacere, altre lo si dimentica. Non è il caso di Club Zero, firmato dalla regista austriaca Jessica Hausner, con protagonista Mia Wasikowska, l’ex Alice in Wonderland di Tim Burton, rimasta un po’ ai margini negli ultimi tempi.

Un film, nel suo essere minimale, che all’ultimo Festival di Cannes, dove concorre per la Palma d’Oro, ha diviso molti, ma che potrebbe probabilmente piacere al Presidente di Giuria, Ruben Östlund, che in quanto a prendersi rischi non ha eguali.

"Non mangiate e starete meglio": il pensiero shock della professoressa

Il tema riguarda l’alimentazione, raccontata attraverso lo sguardo fermo e appassionato di una professoressa di liceo, Miss Novak (la stessa Wasikowska), la quale sostiene però una filosofia inusuale, shock, una sorta di religione della nutrizione, ovvero “non mangiate e starete meglio, anzi vi concentrerete meglio se non avrete bisogno del cibo. Salverete voi e il pianeta”. La porta avanti coinvolgendo oltremodo un gruppo di suoi studenti in lezioni-sedute, giovanissimi, ragazzi, ragazze, tutti in cerchio, in cui all’inizio insegna una certa gestualità e ritualità, come ad esempio non divorare gli alimenti, accompagnandoli invece lentamente alla bocca, quasi in una sorta di mantra, per poi rifiutarli, liberarsene.

Una religione della nutrizione di cui i genitori non sanno nulla

La scuola sostiene il metodo e l’insegnante, ma i genitori non sanno nulla, o quanto meno non si accorgono. Qualcuno dei ragazzi avverte il pericolo, esce dalla setta, mentre in pochi rimangono agganciati a un nuovo ideale, al punto da entrare a far parte proprio del Club Zero, che dà il titolo alla pellicola. Un film anticonvenzionale, dove peraltro c’è una scena in cui una delle protagoniste accusa anche l’industria alimentare che “costruisce e demolisce i nostri corpi”, che ha un suo senso innovativo, narrare qualcosa che alla massa non piacerebbe vedere o sentire, seppur qui ci sia anche un discorso molto più ampio, terribile. È un’idea estrema, condivisibile o meno, che riesce a influenzare le azioni degli esseri umani, portandoli a crederci, a prendere decisioni senza ritorno, a come una forma di manipolazione possa alla fine risultare pericolosa e devastante.

Il messaggio distorto di una guru pronta a trascinare nel baratro i suoi adepti

Gli studenti che seguiamo sembrano quelli di una generazione odierna allo sbando, fragile, talvolta priva di riferimenti veri, che in questo caso si afferra a un ideale, seppur folle, in cui potersi riconoscere e dove (nel gruppo o in solitaria) poter far la differenza. Il nocciolo di Club Zero (in Italia sarà speriamo presto distribuito da Academy Two) germina così gradualmente il suo messaggio distorto, non parla direttamente di disturbi alimentari, ma ne accenna comunque il problema, il disagio sociale, aggiungendo il tassello drammatico di una figura-guru, impenetrabile nella propria visione, pronta a trascinare nel baratro visionario adepti, convertendo vittime (consapevoli), lanciando altrettante dinamiche malate e tossiche.

Il disagio sociale di una generazione talvolta priva di riferimenti

A questo proposito ecco cosa ha dichiarato  la regista Jessica Hausner : "Sono interessata nei miei lavori a cercare di mettere il dito sui punti deboli di come è organizzata la società, e questo è sicuramente un punto debole perché non c'è un vero piano d'assistenza all'infanzia. Il film, va detto, inizia con idee ragionevoli sulla nutrizione, ma presto queste idee vanno troppo oltre, quindi si tratta di radicalizzazione e manipolazione mentre le idee degli studenti vengono trasformate in qualcosa che li danneggia. Anche qualcosa che inizia come positivo -può trasformarsi in qualcosa di negativo".

26/05/2023