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Michele Guardì e i fuorionda shock con insulti omofobi e sessisti. La decisione della Rai

Dopo la messa in onda del servizio delle Iene, l'azienda avvia un audit interno. Il regista: "E' uno che mi imita bene...ma so da dove partono gli audio". Chi ha fatto le registrazioni?

Foto Ansa

di Redazione

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È ancora un fuorionda a provocare uno scandalo nel mondo della televisione ma stavolta colpisce la Rai e un suo autore storico Michele Guardì. Il caso è scoppiato martedì scorso, quando alle Iene sono stati mandati in onda degli audio, raccolti in un servizio a cura di Filippo Roma, con insulti gravi pronunciati dal regista e creatore di programmi Rai come I Fatti Vostri e altri famosi show condotti, fra gli altri, da Pippo Baudo e Tiberio Timperi. Negli audio, spiega la trasmissione, "si sente il regista apostrofare i suoi collaboratori con termini che non andrebbero mai utilizzati". Per questo la Rai, già nella giornata di ieri, ha dato mandato per l’apertura di un audit interno e di tutte le procedure aziendali previste sui fatti che riguardano il regista.

La reazione della Rai

"Chiedo alla Rai di prendere posizione rispetto a quanto emerso su Michele Guardì", la nota di oggi della presidente della commissione di vigilanza Rai Floridia. "Le sue frasi irriguardose, in qualunque momento siano state pronunciate - sottolinea - sono incompatibili con il servizio pubblico, e l’azienda ha il dovere di intervenire pubblicamente tanto più in un momento in cui il dibattito sul linguaggio d'odio e sul contrasto alla cultura sessista, misogina e omotransfobica attraversa in maniera così decisiva il Paese". E ancora: "Non ha senso avere un contratto di servizio con previsioni molto specifiche e importanti su questo fronte, se poi non si agisce di conseguenza - aggiunge la presidente della commissione di vigilanza Rai - Mi aspetto una verifica puntuale da parte dell'azienda sul rispetto del contratto, del codice etico e di ogni altro aspetto che riguarda questa vicenda".

I fuorionda trasmessi dalle Iene

Frasi davvero poco edificanti quelle trasmesse nel servizio intitolato "Patriarcato, misoginia e omofobia in tv": "Levami sto fro...o di me...a da torno", 'Mi è passata la tr...ia dietro?", "Guarda questo pezzo di m...", "Guarda questi due imbecilli", "Fa levare la mano a quella bagas..., dille che levasse la mano quella stro...", "Dov'è il fro... di me...? Il fro... pigliatelo, dov'è?", "Vagli a dare un calcio in culo a questo porco di figurante", "Che caz... mastica la putt...?", "C'è uno che telefona dietro alla Ricciarelli, andate ad ammazzarlo! Cacciatelo via questo maiale, questo porco che sta telefonando". E ancora insulti rivolti ai conduttori: "Cane Magalli! Levalo porca putt...", "non pigliare quel maiale di Magalli, non lo pigliare". Queste le parole del regista in quelli che sembrano essere fuorionda catturati dalla regia de 'I Fatti Vostri'.

Chi ha fatto le registrazioni?

La premessa alla messa in onda fatta dalla Iena Roma è che "capita a tutti di usare un linguaggio colorito con qualche parolaccia, soprattutto capita di farlo quando non siamo ascoltati dai destinatari di quegli insulti" che a volte sono anche "amici e colleghi ai quali vogliamo anche molto bene". Però, spiega ancora la iena, "ci sono dei termini e delle espressioni che ai giorni nostri non sono accettabili e che in Rai, azienda pubblica, non lo erano neanche qualche anno fa". Queste registrazioni, spiega quindi nel servizio Filippo Roma, "sarebbero state fatte da qualcuno che racconta di aver sofferto per il linguaggio e i modi che sarebbero stati usati in sua presenza e per il clima sessista e omofobo che avrebbe respirato in generale sul luogo di lavoro. Questa persona - continuava - ha valutato a lungo se fare una denuncia per mobbing e discriminazione ma poi, per paura delle conseguenze che avrebbe potuto subire, ha preferito rinunciare".

L’autodifesa di Guardì: "E' uno che mi imita bene"

"E' uno che mi imita bene, non sono io ma è molto simile", la replica del regista Rai a Filippo Roma che lo intercetta. E alla domanda se è normale dare del porco, della tro.., della putt... o del maiale a un conduttore, Guardì replica: "Per carità, sicuramente no. Quando lo fanno imitando la mia voce, sbagliano". Ma chi è che imita la sua voce? "E che ne so, io quelle cose non le dico e se mi imitano non posso farci nulla". "Può capitare nella vita che lavorando ti scappino delle cose, da qui a dire che chi fa quelle cose - io o un altro - è un omofobo... in un momento di nervosismo può scappare di tutto, anche a casa. Ma le persone le amo e le rispetto, al mio assistente lo chiamo 'porcò'. Dico 'schifoso' per scherzo nella vita. Se qualcuno si è offeso chiedo scusa ma sto scherzando", spiega il regista. Che poi aggiunge: "Quelle cose lì delle quali voi parlate io so da dove partono internamente". Ma da chi e perché? Guardì ridacchia e risponde: "Hanno da preoccuparsi perché sono scorrettezze che io non merito". Qualcuno ce l'ha con lei? "No, qualcuno si diverte perché sono persone in vista..."

Guardì: “Fatti di 14 anni fa, sono accuse pretestuose”

All’Ansa poi Guardì ha risposto in questo modo: "Si tratta di una cosa di 14 anni fa e nessuno allora si lamentò di quello successe. Hanno riso tutti, nessuno si è ribellato. Basta vedere quello che ha detto Magalli, che ha, tra l'altro, fatto presente che sono una persona molto invidiata. In ogni modo nessuno ha denunciato e il reato di insulto comunque si prescrive in cinque anni. È chiaramente una cosa pretestuosa, fatta per darmi fastidio". Guardì ha poi precisato che attende quello che la Rai gli chiederà di fare dopo l'apertura dell'audit, "con il massimo rispetto per l'azienda che mi dà lavoro da 40 anni".

30/11/2023