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Jodie Foster l'anti-diva: "Perché ai miei figli ho lasciato credere di essere un'operaia edile"

Per molti anni è stata l’unica attrice omosessuale dichiarata a Hollywood e oggi derubrica la faccenda così: “Il mio coming out l’ho fatto quando hanno inventato la ruota e non intendo tornarci su”

di Redazione Milleunadonna

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Due Oscar e una vita contro. Anzi, una vita oltre. Perché Jodie Foster è sempre andata oltre tutto e tutti, decisamente avanti rispetto ai tempi. Per molti anni è stata l’unica attrice omosessuale dichiarata a Hollywood e oggi derubrica la faccenda con grande no-chalance: “Il mio coming out l’ho fatto quando hanno inventato la ruota e non intendo tornarci su”. Di certo è la diva più anti-diva di tutte al punto che per tanti anni non ha rivelato ai suoi due figli che lavoro facesse: “Volevo che mi conoscessero come la loro mamma, senza generare confusione in loro”, ha dichiarato al Corriere. “Sul set gli compravo degli attrezzi di plastica e gli dicevo questi sono i vari set. Così per molto tempo il più grande ha pensato che facessi l’operaia edile. Ci sono alcuni miei film che non volevo mostrargli temendo di essere presa in giro”.

Una vita sul set, fin da quando aveva 3 anni

Ora è a Cannes per presentare la sua nuova sfida in una carriera fatta di record e di prime volte: a 3 anni era la bimba dello spot pubblicitario di una crema abbronzante, a dieci il debutto al cinema. E a 14 anni la sua prima volta a Cannes, quando era la baby prostituta che Robert De Niro salvava in Taxi Driver.

La nuova sfida è recitare in francese

Stavolta recita in francese, imparato da giovanissima al Liceo francese di Los Angeles dove ha fatto tutti gli studi fino alla laurea con lode: il film si intitola “Vie Privèe”, a dirigerlo è Rebecca Zlotowski e jodie Foster interpreta Lilian Steiner, psichiatra fredda e sicura di sé, separata (da Daniel Auteil), che si è costruita una corazza professionale che però viene sconvolta dalla morte di una paziente (Virginie Efira), presunta suicida al punto da sospettarne invece l'omicidio e guidare le indagini. "Quello che mi è piaciuto è che lei è una persona che arriva a un punto della sua vita in cui è bloccata nella sua carriera. L'indagine finisce per essere un'indagine su se stessa che a mano a mano perde le certezze e diventa confusa ma anche più sorridente, ironica". 

Ho scoperto la leggerezza

A Cannes è stata accolta da un’ovazione, forse anche perché le sue apparizioni da un po’ di tempo sono sempre più rare. Ma anche vissute in modo diverso: “Da bambina e da adolescente ero molto seria durante le riprese. Invecchiando, mi piace cercare leggerezza e ho scoperto di essere una nuova me stessa”.