Per tanti è stata una sex symbol, anche se sprigionava una sensualità algida e inarrivabile. Eppure a lei il titolo di femme fatale non piace: "Non sono una sex symbol, o almeno non mi ci sono mai sentita, né sono una diva. Le dive sono egoiste, capricciose, io non lo sono mai stata. Insomma, non sono mai stata sola, isolata, una star, io ho fatto cinema, ma poi tornavo a casa dalle mie sorelle, da mia figlia e comunque sono ora una nonna che non fa solo la marmellata". Così si presenta Catherine Deneuve al 71° Taormina Film Festival: una leggenda del cinema che a 81 anni non si sente tale anche se in certi casi le piace mantenere le distanze.
Il premio a Taormina
L'attrice, che al Teatro Antico ha ricevuto il Premio alla Carriera, ha anche presentato al festival il suo ultimo film, 'Spirit World - La Festa delle Lanterne', diretto da Eric Khoo che sarà distribuito nelle sale italiane dal 26 giugno da Europictures: un racconto intenso, a volte malinconico che ci porta lontano, fino ad oltrepassare il confine tra vita e morte. "Più che una donna in questo film sono come un fantasma, il film mi ha permesso poi di stare in Giappone per più di un mese, una cultura che ho sempre amato e questo in un periodo difficile in cui mi era utile stare distesa con la testa", dice l'attrice alludendo alla convalescenza dall'ictus che l'ha colpita nel 2019 sul set di 'De son vivant' di Emmanuelle Bercot.
Il recupero dopo l’ictus
All’epoca il bollettino medico recitava: "evento vascolare ischemico", praticamente un ictus passeggero, senza danni permanenti né impedimenti motori. Solo la necessità "di prendersi un po' di tempo di riposo". Ma l’attrice confessò al Corriere della Sera: “È normale che si cambi dopo un incidente così grave. Prima lavoravo molto, ero in perenne movimento. Poi, improvvisamente, tutto si è fermato. È stato uno choc terribile”.
Silenzio sull’amico Gerard Depardieu
Sulle accuse d’aggressione sessuale a Gerard Depardieu, suo grande amico, non dice nulla: "So come vanno queste cose, tu dici qualcosa e scoppia poi un incendio che non puoi controllare", una cosa che le è capitata ultimamente quando per una frase sul MeeToo, “forse si sta esagerando", è stata oggetto di una lunga e feroce campagna di odio sui social.
Il rimpianto
L'attrice che ha lavorato con Luis Buñuel, François Truffaut, Roman Polanski e Jacques Demy, firmando interpretazioni memorabili in film come 'Bella di giorno', 'L'ultimo metrò', 'Indocina' (che le valse una nomination all'Oscar) e ‘La moglie del presidente’, ha un rimpianto: c’è un personaggio che avrebbe voluto fare e che non l‘è stato affidato, "Caterina la Grande, una grande personalità anche per vita e cultura".
L’amore per l’Italia
Dice invece dell'Italia: "Ho sempre amato l'Italia e la amo ancora oggi a parte la politica. Non a caso - continua - parlo abbastanza bene la vostra lingua nonostante non avessi davvero bisogno: Marcello Mastroianni aveva un ottimo francese". Fra i registi italiani con cui le piacerebbe lavorare c’è "sicuramente Alice Rohrwacher che è una regista davvero originale, ma amo anche molto Marco Bellocchio". E dopo aver chiesto ai giornalisti: "Ma come sta Nanni Moretti?", una volta rassicurata fa notare che in fondo: "Non è mai troppo sbagliato mantenere la giusta distanza con certe persone. Si vive meglio".
Il tatuaggio sulla ferita
Fra una chiacchiera e l’altra, sul piede dell'attrice compare anche un piccolo tatuaggio. A chi le chiede come mai, lei replica senza nessun vezzo: "C'era una brutta cicatrice bianca che ho coperto con un'ala d'uccello".
Foto Ansa