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Cantanti sull'orlo di una crisi di nervi: da Syria e Levante fino ad Amoroso rivelano cosa succede fuori dal palco

Il caso di Sangiovanni è solo l'ultimo. Troppe pressioni, troppe richieste performanti. I social che non perdonano nulla. Oggi fare il cantante è molto faticoso soprattutto mentalmente

Foto Ansa e Instagram

di Redazione

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"Non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo. A volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condividere con voi che ho deciso di farlo. L'uscita del mio album Privacy e il concerto al Forum di Assago del 5/10 sono rimandati". Sono le parole con cui Sangiovanni ha dichiarato nei giorni scorsi di non essere al top e di volersi riprendere in mano la vita, proprio per tornare al meglio quando sarà pronto. Ma la sua dichiarazione, il racconto di un periodo difficile e la necessità di prendersi una pausa, ormai è una costante soprattutto tra gli artisti dell'ultima generazione. Troppe pressioni, troppe richieste performanti. I social che non perdonano nulla. Ormai fare il cantante sembra essere molto faticoso soprattutto mentalmente. I disturbi mentali però sono sempre più frequenti non solo tra gli artisti ma anche tra le persone comuni. Purtroppo la fragilità non è ammessa. Bisogna sempre sorridere ai selfie, pubblicare luoghi e esperienze belle. Mostrare il successo se no si è dei perdenti. Tra i giovani non è un caso che l'insulto più usato sia infatti sfigato. E così dopo Sangiovanni è stato il turno di Ghemon che ha pubblicato un lungo post in cui, senza paura, affronta di petto la tematica del peso delle aspettative imposte dall'industria musicale contemporanea. 

La crisi di Alessandra Amoroso 

Un pugno nello stomaco. Uno schiaffo in faccia. Una bomba mediatica. Quella scelta da Alessandra Amoroso è davvero qualcosa che non si è mai visto a Sanremo perché quella che doveva essere una conferenza stampa di routine si trasforma in una confessione shock dell’inferno che la cantante salentina ha vissuto nell’ultimo anno e mezzo. Un’ondata di odio, una valanga di fango che ha finito per minare la sua salute mentale. E la cosa più incredibile è la motivazione veramente ridicola, un autografo negato in un momento in cui era occupata nel suo lavoro (guarda qui il video). 

Il turno di Syria

Anche Syria ha raccontato i momenti di disperazione vissuti quando una multinazionale l’ha licenziata via email: “Mi sono sentita una sfigata, ingenua al limite del nulla”. La cantante, citando Ghemon ha detto: "Sono rimasta profondamente colpita, anche se ognuno di noi ha storie diverse mi sento di far parte nella mia piccola realtà di questo racconto". E rivelando poi: "Per lunghi anni sono rimasta alla finestra a guardare chi dopo di me è stato più di me ed ha avuto la fortuna di vivere sfumature incredibili, di essere tanto di tutto. Ho avuto l'occasione di fare provini come giudice di un talent, ma sono stata superata ben due volte da personalità più incisive giuste al momento giusto, e pure mi hanno cercata e messa alla prova, ma nulla pazienza e quanti NO per il festival di Sanremo da cui partono mille meccanismi..."

Levante e la depressione post partum 

In "Levante Ventitré - Anni di voli pindarici", Levante racconta in un documentario i retroscena della sua vita e carriera: “Sono sprofondata e ho chiesto aiuto per tornare sul palco”. Ha infatti dovuto ricostruirsi dopo la nascita di sua figlia Alma Futura. "Nel 2023 sono rinata, in quanto donna e in quanto bambina". A proposito del singolo aveva raccontato: "Vivo è il racconto di un momento buio per me, il post parto. Oscillando tra stati d’animo costantemente opposti, ho desiderato ritrovare un equilibrio nonostante la depressione. Al centro del brano c’è l’ambizione di riprendere possesso della propria vita"

Gli appelli di Fedez

In una intervista dichiarò: "Dopo la malattia ho avuto seri problemi di salute mentale. Li ho dovuti affrontare, li sto affrontando tuttora. Non ho pudore o vergogna a parlarne. Ho attraversato una depressione acuta e mi ha aiutato tantissimo ascoltare le esperienze altrui, cioè come altri stavano o avevano affrontato una diagnosi nefasta". Aveva raccontato dei suoi attacchi ipomaniacali: "Arrivi completamente a perdere la lucidità. Ho iniziato ad assumere degli psicofarmaci, che però talvolta non sono privi di effetti collaterali. Allora per curare gli effetti collaterali di un farmaco ti prescrivono un altro farmaco, e così via. Il risultato è stato che balbettavo, tremavo, non riuscivo più a pensare lucidamente. Sono arrivato a un punto in cui ho dovuto smettere tutto di botto, avendo una cosa che si chiama effetto rebound". Da tutto questo il suo appello per estendere e far arrivare a più persone possibili il bonus psicologo. Per approfondire leggi qui.

20/02/2024