Lui la vede da lontano ed è colpo di fulmine. Ne intuisce la timidezza, è affascinato. Lei è con un uomo, eppure le scrive, le assicura che non interferirà nella sua vita, ma le vuole scrivere cose che altrimenti non direbbe a nessuno. Lei, stupita, accetta, prima ritrosa, poi inizia a partecipare, sempre di più, alla ricerca di un incontro reciproco. “Che tu sia per me il coltello” (1999, Mondadori) di David Grossman, - israeliano, uno dei più grandi scrittori contemporanei - è poesia e sensualità allo stato puro.
Passione senza sfiorarsi, mentre la mente, attraverso la parola scritta, è arma potente, come il coltello. Con ritmo lentissimo, Grossman mette in scena, attraverso un fitto carteggio, un rapporto sensuale e torbido, che scava nell’anima e fa diventare la parola corpo, oggetto e soggetto del desiderio. “Mi stringerai ancora più forte e mi bacerai con tutta l’anima; come se, così facendo, riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.” E poi il timore: “Ed ecco un brivido di freddo. Proprio ora. Proprio in questo momento. Perché? Perché sto bene? Un’ondata di freddo che sale dalle viscere, come un pugno gelido che mi stringe il cuore. È per te.” Entrambi sposati con vite stabili, diventano amanti virtuali. Succede spesso anche adesso, davanti a un pc. Due anime sole. Lui chiede a lei di essere il coltello che scava nella sua anima, come chiese Kafka alla sua amata. Si incontreranno solo alla fine, che è appunto la fine. “Non ti telefonerò… perché anche la voce potrebbe essere troppo reale per l’illusione che voglio creare fra noi, fatta solo di parole scritte. La voce potrebbe trafiggere quest’illusione e a quel punto vi fluirebbe dentro la realtà con i suoi dettagli, i numeri, le sue molecole piccole e sudate. La realtà ci incatenerebbe.” Indimentica.
Opinioni di un clown di Heinrich Böll, la recensione di Gabriella Carmagnola
Così uccide un serial killer femminicida: con il suo "Profumo", Patrick Suskind ha stregato tutto il mondo. Nella recensione di Gabriella Carmagnola, l'anima oscura del profumiere più grande al mondo in un mondo di gente che puzzava come animali feroci.
"Quaderno proibito": il diario segreto di una casalinga perfetta con un marito distratto. Nella recensione di Gabriella Carmagnola, la storia di Valeria casalinga perfetta di 43 anni che fa i tortellini a mano, ha due figli e i suoi segreti li scrive nel diario.
Il primo libro sull’adulterio femminile. Gustave Flaubert, con Madame Bovary, mette sotto la lente di ingrandimento, con stile asciutto, i sogni e le pulsioni erotiche di una donna borghese, che vuole uscire dalla mediocrità. Ce ne parla Gabriella Carmagnola.
"Il danno" di Josephine Hart è un romanzo da 5 milioni di copie da cui è stato tratto il famoso film con Juliette Binoche e Jeremy Irons. Vi aspetta un pieno di emozioni travolgenti. La recensione di Gabriella Carmagnola
La recensione di Tonio Kroger -Thomas Mann, premio Nobel nel 1929 e molto altro
“Il diario di Jane Somers” di Doris Lessing, la recensione di Gabriella Carmagnola.
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque, la recensione di Gabriella Carmagnola.
“Passione semplice” di Annie Ernaux, la recensione di Gabriella Carmagnola
“Teresa Batista stanca di guerra” di Jorge Amado, la recensione di Gabriella Carmagola
“Sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj, la recensione di Gabriella Carmagnola
"Bel-Ami" di Guy de Maupassant, la recensione di Gabriella Carmagnola
"Lolita" di Vladimir Nabokov, la recensione di Gabriella Carmagnola
“La metamorfosi” di Franz Kafka, la recensione di Gabriella Carmagnola
La recensione di Gabriella Carmagnola su "Un amore" di Dino Buzzati
"I fratelli Karamazov" di Fedor Dovstoevskij, la recensione di Gabriella Carmagnola
"In nome della madre" di Erri De Luca, la recensione di Gabriella Carmagnola